Camera Commercio Cagliari, eletto Tizzano. Deidda: “Il presidente sono io”

S’infiamma lo scontro alla Camera di commercio. Ieri l’elezione di Vitangelo Tizzano a presidente. Oggi la nota del numero uno esautorato.

S’infiamma lo scontro alla Camera di Commercio cagliaritana, dove oggi, da presidente, entra Vitangelo Tizzano, eletto ieri da 19 consiglieri. Ma Giancarlo Deidda, il numero uno esautorato il 31 marzo scorso, non ci sta. E in una nota stampa scrive: “Il consesso tenuto ieri 8 aprile da alcuni consiglieri camerali è illegittimo e, di conseguenza, qualsiasi atto posto in essere risulta nullo”. Poche righe sotto si legge: “Si ribadisce quindi, ancora una volta, che il presidente è il dottor Deidda”.

Dunque, come previsto, negli uffici di via Angioy sale l’asticella dello scontro. E tutti sono sicuri di avere ragione. Certo è che il fronte pro-Deidda aggiunge l’ultimo tassello rendendo pubblico il parere di Quirino Cervellini, presidente del Collegio dei revisori, il quale ripercorre le tappe della guerra proprio a partire dalla seduta del 31 marzo, quando 21 consiglieri (su 31) votarono la sfiducia a Deidda. Di lì la nuova convocazione di ieri, sempre da parte dei “dissidenti”, e conclusa con l’elezione di Tizzano.

Scrive Crivellini: “Con riferimento alla seduta del 31 marzo scorso, che era stata chiusa dal Presidente Deidda, non può ritenersi venuto ad esistenza alcun atto del Consiglio Camerale”. Il commercialista spiega pure di aver ricevuto “in data 7 aprile una specifica nota del Presidente Deidda che invitava, tra l’altro, il Collegio dei Revisori a porre in essere ogni legittimo e doveroso intervento al fine di evitare che Tizzano e gli altri consiglieri a lui vicini tenessero un’assemblea nei locali dello stesso ente”, una riunione col “fine dichiarato di eleggere un nuovo Presidente in sostituzione del sottoscritto ancora legittimamente in carica”, ha scritto Deidda a Cervellini.

Per la prima volta si parla ufficialmente di possibile battaglia legale. Cervellini aggiunge: “Per quanto sopra, il Presidente del Collegio sindacale ritiene di far presente ai Signori Consiglieri che quanto dichiarato dal Vice Segretario Generale (cioè Simonetta Oddo Casano), notaio rogante con funzioni certificatorie, fa fede fino a querela di falso. Per cui se l’Assemblea del 31 marzo è da ritenersi inesistente, ogni altra successiva decisione del Consiglio camerale fondata sulla stessa sarebbe a sua volta basata su un atto inesistente, con tutte le conseguenze civili e penali che ne deriverebbero”.

I 19 consiglieri che ieri hanno votato Tizzano come nuovo presidente, sostengono dal canto loro di essersi mossi ” nel totale rispetto di Statuto e Regolamento” e spiegano l’elezione “è la prosecuzione di un percorso intrapreso il 31 marzo scorso”, quando “con 21 voti venne decretata la sfiducia a Deidda”. E ancora: “I consensi espressi a Tizzano sono in rappresentanza di Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Casartigiani, Coldiretti, Confapi, Associazione Armatori Pesca, Confcooperative”. Questi i nomi dei 19 che hanno votato il nuovo presidente: Cristian Atzori, Eugenio Maria Aymerich, Alberto Bertolotti, Giovanni Biggio, Enrico Binaghi, Roberto Bolognese, Simonetta Caredda, Fabio Cois, Maurizio De Pascale, Giancarlo Ferrua, Luigi Tomasi, Vitangelo Tizzano, Carlo Tedde, Marco Sulis, Mario Stevelli, Ignazio Schirru, Renato Murgia, Mauro Murgia, Sergio Mocci, Gigi Picciau.

Non solo: i 19 anti-Deidda hanno allegato nella nota stampa sia il verbale della seduta (qui il testo), sia la sentenza del Consiglio di Stato con la quale il 10 febbraio scorso il massimo organo della giustizia amministrativa ha considerato valida la sfiducia di un caso analogo a quello cagliaritano, ovvero il siluramento del presidente alla Camera di Commercio di Roma (qui il dispositivo). Non solo: è stato diffuso pure il documento del Mise, il ministero dello Sviluppo economico cui spetta in Italia la super visione degli enti camerali e al quale Deidda si è rivolto per contestare il voto del 31 marzo scorso.

Nella parte più importante del testo scritto dagli uffici romani si legge: “Se pure si sarebbe potuta ipotizzare una potenziale illegittimità e lesione del diritto di difesa dall’asserita carente conoscenza, da parte del Presidente, delle complete motivazioni poste a base della mozione di sfiducia, sembrerebbe parimenti illegittimo che il Presidente, i cui compiti di direzione dell’andamento delle sedute sono certamente significativi, tuteli la propria posizione personale attribuendosi il potere di concludere, senza voto, un punto all’ordine del giorno e di dichiarare conclusa la stessa riunione in palese contrasto con la volontà largamente maggioritaria dei consiglieri presenti” (qui il parere del Mise).

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share