Cagliari, Camera di commercio: in 21 sfiduciano Deidda. Ma c’è aria di ricorso

Giancarlo Deidda, presidente della Camera di commercio cagliaritana, è stato sfiduciato da 21 consiglieri. Intanto la Procura lo ha indagato per peculato.

Giancarlo Deidda, presidente della Camera di Commercio cagliaritana, è stato sfiduciato con 21 voti, valsi l’unanimità dei presenti. Si è chiusa così, alle 16, la seduta straordinaria del Consiglio camerale convocato proprio per discutere la mozione contro il numero uno dell’ente. Ma nella sede di via Angioy, la battaglia è tutt’altro che finita. Perché Deidda non ha partecipato ai lavori insieme a sette consiglieri che hanno abbandonato la seduta non appena il presidente è andato via, alle 11,15, dopo una breve relazione. Ciò significa uno scontro legale sicuro, con prevedibile richiesta di invalidare il voto odierno.

Che in via Angioy finisse con una spaccatura, si era capito da subito. Deidda, infatti, ha aperto i lavori ribadendo l’illegittimità di quella mozione. E proprio mentre il presidente parlava, nella sala è rimbalzata la notizia dell’agenzia Agi, secondo la quale Deidda è indagato per peculato. L’inchiesta sarebbe stata aperta dalla Procura di Cagliari con Giangiacomo Pilia pubblico ministro. Nel mirino del pm, ci sarebbe l’utilizzo della carta di credito intestata all’ente, ma anche la modalità con cui sarebbe stata usata un’auto di servizio. Insieme a Deidda un avviso di garanzia lo avrebbe ricevuto il segretario generale Luca Camurri.

Fatto sta che il presidente passi indietro non ne ha fatti e anzi polemicamente ha lasciato la sede di via Angioy. A quel punto, in qualità di vicepresidente vicario, i lavori li ha presi in mano Vitangelo Tizzano (quota Coldiretti) che ha fatto proseguire la seduta secondo l’ordine del giorno. Quindi col voto della mozione.

In via Angioy, a quel punto, erano in 21, al netto dei 7 consiglieri che hanno seguito Deidda più i tre risultati assenti dall’inizio. Sulla mozione c’è stato il voto segreto che si è concluso, appunto, con un verdetto unanime.

Nulla si sa, al momento, sull’eventuale ricorso. C’è un solo dato oggettivo: Deidda è in minoranza. Anche considerando che i tre assenti starebbe dallo sua parte, sono comunque 10 voti (più l’undicesimo dello stesso presidente) contro i 21 consiglieri che hanno deciso la sfiducia.

Intanto sull’indagine contro Deidda, dall’ente di via Angioy arriva una nota in cui si parla di “un atto dovuto alla luce della segnalazione fatta alla Procura dal collegio dei revisori dei conti, in data 16 marzo”. E ancora: “Già nell’esposto depositato venerdì scorso alla Direzione distrettuale anti-mafia, il presidente aveva preso atto delle contestazioni mossegli e aveva allegato documenti che dimostrano in modo inconfutabile la non sussistenza di una ipotesi di reato”.

Deidda prende posizione anche sulla sfiducia decisa dai 21 rappresentanti del Consiglio camerale. E dice: “L’eventuale mozione sarà votata il 20 aprile. Ogni atto posto finora in essere da tale consesso è giuridicamente inesistente. Il presidente – è la chiusura della nota – continuerà la sua attività e segnalerà alle competenti autorità ogni comportamento e iniziative che vìolano leggi o regolamenti”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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