Alluvione Olbia, sei indagati. Nomi top secret

Neanche uno spiffero dalla Procura. Il sostituto procuratore di Tempio, Riccardo Rossi, dopo la visita a Cagliari al procuratore generale, Ettore Angioni, ha confermato l’iscrizione nel registro degli indagati di sei persone, tra funzionari e tecnici delle Province di Sassari e Olbia, per il crollo del ponte di Monte Pinu, tra Olbia e Tempio, dove erano morte tre persone. I reati contestati sono disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Ma neanche un nome tra gli indagati. Probabilmente si tratta di un ordine arrivato direttamente dalla Procura generale, tanto clamoroso quanto inaspettato. “Si sarebbe potuta ravvisare una lesione del segreto istruttorio – ha dichiarato questa mattina lo stesso pm Riccardo Rossi – per cui si è deciso di attenersi alla più stretta riservatezza in merito ai nomi delle persone iscritte nel registro degli indagati”.

Totale silenzio sul nome dei politici: ma nel registro degli indagati ci saranno nomi eccellenti

Sono però i nomi dei politici quelli che scottano. Il segreto istruttorio riguarderà anche le loro posizioni: “a maggior ragione”, osserva ironico il sostituto procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Riccardo Rossi. I nomi dei politici di peso, a livello locale (Olbia e Arzachena) e a livello regionale, riguardano le inchieste sulla morte della famiglia brasiliana nello scantinato alle porte di Arzachena e quella di Olbia, che si divide nei due filoni sugli ultimi trent’anni di scellerata politica urbanistica e sulla gestione dell’allerta meteo e dell’emergenza. I nomi di alcuni politici, anche amministratori locali, sarebbero già da tempo nel mirino della Procura, anche se ad oggi nessun nome è stato ancora iscritto nel registro degli indagati. “Ci saranno novità a breve, nel caso di Arzachena anche nei prossimi giorni – spiega Rossi – ma anche in questi casi dovrà essere esclusivamente l’acume giornalistico a portare alla conoscenza dei nomi. Da parte nostra c’è la volontà di attenerci al più rigoroso segreto istruttorio”.

Pronte misure interdittive, possibili sospensioni dalla carica

Il sostituto procuratore Riccardo Rossi ha reso noto la possibile applicazione di misure interdittive nelle cariche delle persone sottoposte a inchiesta: inizialmente per i tecnici coinvolti, ma le misure potrebbero riguardare anche eventuali responsabilità di tipo politico e amministrativo. “Non credo ci saranno provvedimenti di natura cautelare – ha dichiarato Rossi – tuttavia posso confermare che verranno presi dei provvedimenti per coloro che ancora rivestano funzioni professionali e nei confronti dei quali l’inchiesta abbia rivelato dei profili di responsabilità”. Al centro dell’inchiesta, ancora una volta, la costruzione e la progettazione del viadotto di Monte Pinu, sbriciolato dalla piena del fiume durante l’alluvione, nel quale hanno perso la vita, sprofondando insieme alla loro auto, i coniugi Bruno Fiore e Sebastiana Brundu, 68 e 61 anni, con la consuocera Maria Loriga, 54 anni.

“Responsabilità diffuse sull’allerta meteo, coinvolti vari livelli”.

Ci sono responsabilità diffuse nella questione dell’allerta meteo lanciata dalla Protezione civile nazionale domenica 17 novembre, un giorno prima che sulla Gallura si abbattesse il ciclone Cleopatra. “La sequenza dell’evento coinvolge livelli regionali e locali – ha confermato Rossi – poi è chiaro che in base alle maggiori o minori responsabilità nelle cause dell’evento, ci saranno provvedimenti di tipo diverso”. Tra i nomi eccellenti sui quali la Procura di Tempio ha deciso di mantenere il più stretto riserbo, imponendo l’applicazione rigorosa del segreto istruttorio, ci sarebbero appunto quelli di politici coinvolti nella gestione diretta dell’emergenza nelle ore che hanno preceduto e seguito il più grande disastro ambientale della storia di Olbia.

Giandomenico Mele

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