Addio a Walter Piludu, militante comunista in lotta con la Sla

“È morto un combattente”: così gli amici oggi salutano su Facebook Walter Piludu, storico funzionario e dirigente comunista che si è spento ieri a Cagliari dopo una lunga, sofferta malattia.

Nato a Milano nel 1950, Piludu ha trascorso la sua vita come militante del Partito Comunista Italiano partendo dalle sezioni universitarie e giovanili del partito; nel 1988 è stato eletto Presidente della Provincia di Cagliari. Non accettò mai la fine del Pci voluta da Achille Occhetto mentre aderì per alcuni anni al progetto di Rifondazione Comunista.

Nel 2011 la prima diagnosi del male che lo avrebbe portato alla morte, la Sla; due anni dopo subì l’immobilità totale e fu costretto alla respirazione assistita. Gli ultimi anni lo hanno visto protagonista di una battaglia storica, quella per la legge sul fine vita e il testamento biologico: nel novembre 2014 il quotidiano La Repubblica, nella rubrica curata da Corrado Augias, ha pubblicato una sua lettera indirizzata al Papa, al Presidente della Repubblica e poi ai principali esponenti della politica italiana con la richiesta di poter esercitare un diritto di scelta sulla propria vita.

Una lettera che non ha mai avuto risposta, a parte un messaggio di solidarietà dalla Segreteria di Stato vaticana del Papa e una telefonata da parte di Beppe Grillo: “È accettabile, è umano, è pietoso costringere una persona e i suoi cari ad un tale fardello di prolungata, indicibile sofferenza?” chiedeva Piludu, che scriveva grazie a un dispositivo digitale collegato a comandi oculari. La testimonianza sul suo impegno in politica e la sua battaglia etica è stata affidata a un libro, “Il cugino comunista”, pubblicato nel 2015 da Cuec.

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La sua richiesta è rimasta inascoltata: è morto ieri all’età di 66 anni, lascia la moglie Marinella Maucioni e una figlia, Alessandra. Le esequie in forma civile si svolgeranno oggi a Cagliari alle 15.30 nella Sala Culto del Cimitero di San Michele.

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