Ad Alghero esiste un mercato nero di liquami provenienti dalle fosse settiche di privati, a volte anche di intere lottizzazioni, e da scarichi abusivi. È la denuncia di Abbanoa: si tratta di rifiuti speciali che dovrebbero essere conferiti nei depuratori abilitati, ma questo avviene in una misura prossima allo zero.
Si potrebbe ipotizzare che possano essere proprio quei liquami smaltiti senza nessuna tracciabilità a causare i
fenomeni di inquinamento che hanno portato all’ordinanza del sindaco di Alghero, Mario Bruno, per l’interdizione dalla balneazione nel litorale urbano che va dal San Giovanni al Lido e si estende per un chilometro: le analisi dell’Arpas hanno infatti constatato la “non conformità batteriologica delle acque di balneazione”.
“Dove finiscono i liquami prelevati da autospurgo privati ad Alghero?”, chiede retoricamente la società che gestisce i servizi idrici e fognari in Sardegna. “Al depuratore di Santa Maria La Palma non risulta nessuna ditta di autospurgo accredita e nessun conferimento – fa sapere Abbanoa – eppure sono diverse le zone del territorio di Alghero non servite dalla rete fognaria e che dovrebbero fare affidamento su fosse settiche da vuotare periodicamente, ancor di più nel periodo estivo”.