La fotografia è una cosa seria. Per maneggiarla negli scivolosi sentieri della comunicazione occorre preparazione e una cultura visuale che, in generale, scarseggia in Italia. Soprattutto, sembrerebbe, fra i funzionari del Ministero della Salute.
Forse per scarsa preparazione, forse per superficialità, forse allettati dalla possibilità di risparmiare nella realizzazione della campagna del “fertility day” hanno maneggiato maldestramente uno strumento molto pericoloso come le immagini stock disponibili sul web a costi ridicoli, Sono fotografie pericolose perché veicolano, potenziano e assecondano gli stereotipi dell’immaginario collettivo.
Senza una solida preparazione nel campo dell’immagine e della comunicazione si rischia di fare danni. Così quella contrapposizione fra “fertili” e “infertili” fra sorridenti ed improbabili biondi, solari frequentatori di spiagge assolate e torbidi abitatori del mondo underground: neri (naturalmente con bottiglia al seguito), fumatori (di spinelli si suppone), capelluti fumatori di crack, tutti accomunati in uno stolto calderone colorato di un cupo colore (che ricorda quello di una innominabile sostanza organica…) pare un male assortito concentrato di cliché e di pregiudizi sociali e razziali. Resi ancora più evidenti dalla potenza evocativa della fotografia.
Più in generale questa vicenda è la punta di un iceberg che vede la fotografia sempre più svalutata e la realizzazione di piccole o grandi campagne di comunicazione affidata sempre più spesso a improbabili e “fertili” creativi fai-da-te anziché a specialisti. Colpa degli strumenti software sempre più “user friendly” ma anche della spensierata presunzione di tanti comunicatori improvvisati.
Ma ogni tanto la fotografia si vendica mostrandosi per quello che è: uno strumento complesso e straordinariamente raffinato, dai tanti piani di messa a fuoco e dai significati secondari molteplici da conoscere e valutare con attenzione. Recentemente ho parlato di scuole di fotografia. Sarebbe finalmente ora di parlare di fotografia a scuola.
Enrico Pinna