Alla Stazione dell’arte di Ulassai un omaggio a Maria Lai

C’è sempre un filo che lega l’opera artistica di Maria Lai al mondo. Un filo lungo e sottile  con cui ha cucito la sua visione d’artista con le sue radici culturali sempre sentite ed espresse. É lo stesso filo con cui la fotografia lega e collega fatti e persone in un tessuto di visione che ciascun fotografo riallaccia al suo universo culturale e al suo stile di racconto.

Questa piccola mostra fotografica che viene presentata alla Stazione dell’arte di Ulassai, risponde all’esigenza di rendere un omaggio all’artista e raccontare la visione che di lei hanno avuto venti fotografi che l’hanno fotografata. “Maria Lai. Fotografie. 20 fotografi raccontano” curata da Salvatore Ligios raccoglie le testimonianze fotografiche di venti fotografi sardi: Pierluigi Dessì, Marco Alberto Desogus, Anna Marceddu, Alessandro Cani, Giuseppe Ungari, Gianluca Vassallo, Mario Saragato, Salvatore Ligios, Beniamino Pillitu, Giancarlo Deidda, Donato Tore, Vittoria Soddu, Rosi Giua, Piero Pes, Max Solinas, Elisabetta Loi, Daniela Zedda, Pietro Paolo Pinna, Paola Pusceddu, Agostino Mela. La mostra sarà visitabile sino al 24 settembre 2017.

La mostra — sottolinea il curatore — «Non ha pretese celebrative ma, parafrasando una citazione che Maria ripeteva con passione e riferita a Salvatore Cambosu “le fotografie (al posto delle parole) sono come il miele della api: destinato a diventare cibo per tutti”. Lo sforzo organizzativo si è concentrato sulla ricerca di autori sardi che per professione o interessi culturali avevano realizzato fotografie su Maria Lai. Con l’intento di testimoniare il dialogo continuo che l’artista ha avuto nel tempo con autori che documentando i suoi lavori ne hanno favorito la circolazione e la diffusione».

La ricerca di materiale per la mostra ha riservato qualche sorpresa a Ligios perché diversi fotografi, che pure hanno realizzato corpose campagne fotografiche sull’opera dell’artista, non hanno realizzato un solo scatto al suo volto. «Si è ritenuto privilegiare — prosegue Ligios — la maggior partecipazione possibile di fotografi a discapito, in qualche caso, della non perfetta qualità formale delle immagini proposte, per favorire comunque la presenza di autori che spesso lavorano nell’ombra con grande professionalità e si accontentano dei crediti in corpo 7, mentre meritano di essere conosciuti e apprezzati».

Nel catalogo edito da Soter che accompagna la mostra è però doveroso segnalare i contributi eccellenti di Anna Marceddu, di Rosi Giua, di Beniamino Pillittu e dello stesso Ligios che hanno colto l’artista in gesti di vita quotidiana e i ritratti di Max Salinas, Daniela Zedda, Alessandro Cani, Elisabetta Loi, Pietro Paolo Pinna e Gianluca Vassallo. Ciascuno di loro ha saputo rendere una visione unica della grande artista a testimonianza che fotografare le persone significa prima di tutto incrociarne lo sguardo, interpretarlo mediandolo con il proprio codice visuale per sintetizzarlo in un personale e mai uguale attimo fuggente.

Enrico Pinna

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