Eurallumina, “Procedura Via aperta, deve versare ancora 20 integrazioni”

“Stabilimenti verso la riapertura”: è stata questa la frase più gettonata da politici e organi di stampa all’indomani della Conferenza dei servizi dello scorso 8 febbraio sul progetto per l’ampliamento del Bacino dei fanghi rossi (Bfr) e la realizzazione di una nuova centrale a carbone presentato in regione dall’Eurallumina. Se, in precedenza, era stato il Soprintendente Fausto Martino a spiegare che il procedimento non poteva dirsi concluso, ora sono l’Assotziu Consumadoris Sardigna e Sardegna Pulita a fare chiarezza sullo stato dell’arte della Valutazione d’impatto ambientale attivata presso l’assessorato alla Difesa dell’Ambiente. “Da un colloquio avuto con i dirigenti del Servizio SVA della Regione che ha la titolarità della procedura di VIA, si è appreso che, delle oltre 50 richieste di chiarimenti/integrazionirichieste al Proponente, all’atto dell’ultima Conferenza di Servizi, ne mancavano ancora oltre 20. Questa circostanza fa ritenere che in ogni caso, ed indipendentemente dal parere del MIBACT, la procedura non si sarebbe potuta concludere a causa dell’impossibilità di più Enti di esprimersi sulla base di fatti oggettivi”. Anche “l’affermazione che voleva 23 enti su 24 partecipanti alla Conferenza dei servizi favorevoli al progetto sarebbe dunque lontana dalla realtà”, perché tecnicamente non possibile. “Qualora, invece, per qualche incomprensibile ragione fossero stati versati pareri positivi dagli enti coinvolti, essi devono ritenersi quantomeno nulli. In tal caso, inoltre, la stessa procedura di VIA risulterebbe gravemente e sostanzialmente viziata, tanto da essere inficiata”, prosegue il comunicato.
Marco Mameli, presidente dell’Assotziu Consumadoris, fa anche notare che in passato “alcuni enti si erano dimostrati quantomeno scettici rispetto al progetto dell’Eurallumina. È il caso dell‘Asl 7, la quale a febbraio del 2016 aveva denunciato ‘un aumento delle patologie del polmone nell’area di Portoscuso’. Ragion per cui l’Asl ha chiesto alla società di ‘completare e definire con maggiore precisione i valori di concentrazione dei vari inquinanti rilasciati dalla nuova centrale a carbone’”.

“Se, dunque, non è vero che tutti gli Enti tranne il MIBACT si sono espressi positivamente, perché i Politici hanno spudoratamente mentito ai lavoratori ed all’opinione pubblica?”, si domandano l’Assotziu Consumadoris e Sardegna Pulita? “Forse – suggeriscono –  la risposta a tale atteggiamento va ricercata in una banale quanto probabile circostanza: sia Eurallumina che la Politica Regionale sanno benissimo che non esiste una reale volontà di ripresa produttiva dello stabilimento di Portovesme, ma ad entrambe conviene stare al gioco delle Parti, sulla pelle dei lavoratori, seppure con obiettivi differenti: da un lato, con le lusinghe di una possibile ripresa, che da oltre 9 anni Eurallumina evita di sborsare i costi di una gravosa bonifica, indispensabile almomento della dichiarazione di chiusura. Dall’altro, da questa situazione possibilista, la Politica trae vantaggi in termini di ordine pubblico ed elettorali. Entrambe giocano sulla pelle dei lavoratori, che anche alla luce di questi fatti, forse dovrebbero cercare di vederci più chiaro in tutta la vicenda, occupando sì gli Assessorati, ma non per chiedere la conclusione della procedura di VIA, ma le dimissioni dei bugiardi (se tali risulteranno)”.

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