Sprofondo rossoblu, quello di un Cagliari sempre più nei guai e senza neppure un segnale di inversione di rotta. C’è solo da ripetersi: una squadra debole, mal disegnata e ancor peggio assemblata. Si cambiano gli allenatori come i calzini, ma sono rimaste le falle di un organico che fa acqua da quasi tutte le parti già da diversi campionati.
Il risultato non può essere che questo, una delusione dopo l’altra. Forse è davvero il caso che nei vertici societari si faccia una riflessione seria e si dia una risposta alle tante domande sul perché la classifica sia ancora peggio del campionato scorso: disastroso come è stato, non ha insegnato molto per la ricostruzione di una squadra palesemente deficitaria. La campagna acquisti è stata, alla luce di quanto sta dicendo il campo, un flop pauroso.
Le lacune di vecchia data non sono state colmate e la società ha insistito su giocatori che ormai hanno dato tutto e che stanno confermando di avere finito la benzina. Fare nomi non serve a niente, sono sotto gli occhi di tutti. Anche contro il Bologna sono emerse le lacune di sempre. Il primo gol del Bologna è venuto sull’errore in marcatura che un difensore a questi livelli non dovrebbe mai commettere. Un regalo clamoroso che ha scombussolato tutti i piani e le speranze di poter uscire indenni dal Comunale di Bologna.
Da quel momento sono riemerse tutte le pecche di questa squadra, incapace di organizzare una differente impostazione della partita. La mancanza di un ispiratore del gioco, di un regista di tecnica e di fosforo, di uomini di personalità, di esterni capaci di aggirare le difese avversarie e mettere al centro palloni per giocatori d’area come Pavoletti, alla fine fanno risultato e classifica.
Dopo i primi quindici-venti minuti in cui il Bologna ha cercato di spaventare la banda Marrazzi, gli equilibri si sono ristabilizzati e nel finale del primo tempo il Cagliari (che dal 4-4-2 si trasformava in fase di non possesso in un più ermetico 5-3-2), ha cominciato ad affacciarsi in avanti. Il felsinei si sono un po’ spaventati e i rossoblu isolani hanno avuto le uniche occasioni da rete della partita: prima con Zappa in una ripartenza, arrivato però spompato al momento di concludere in area avversaria e poi con Marin con una punizione dai sedici i metri. Il pallone non si è però abbassato abbastanza ed è finito alto di una spanna sulla traversa.
Il Bologna, invece, non si è mai affacciato pericolosamente in area cagliaritana, sia per l’attenta applicazione di Godin e compagni che per l’inconsistenza degli attaccanti di Mihajlovic. Se fosse stato un incontro di pugilato, il primo tempo lo avrebbe vinto il Cagliari ai punti. Al ritorno in campo, nuovamente il Bologna all’assalto della porta di Cragno, ma stavolta un clamoroso svarione di Lykogiannis in marcatura ha regalato il vantaggio ai bolognesi. Il Cagliari ha tentato una reazione scomposta e sterile, i cambi di giocatori infruttuosi con altri ancor meno attrezzati hanno solo contribuito a confermare che la panchina del Cagliari (con l’esclusione di Bellanova) è peggio che andar di notte.
E alla fine la squadra di Mihajlovic ha perfino raddoppiato. Domenica alla Unipol Domus arriva l’Atalanta, e c’è poco di che stare allegri. Mazzarri – che comincia a sentire la terra sbriciolarsi sotto i piedi – ha il difficile compito di inventarsi qualcosa, magari di fare un miracolo. L’aria che tira non è buona per nessuno.
BOLOGNA (3-4-2-1): Skorupski; Soumaoro, Medel, Theate; De Silvestri, Svanberg (Bink), Dominguez, Hichey ; Soriano (Olsen), Barrow Sansone); Arnautovic. All: Mihajlovic.
CAGLIARI (3-5-2): Cragno, Zappa (Pereiro), Godin, Carboni (Caceres); Nandez, Marin, Strootman (Bellanova), Deiola (Farias), Lykogiannis; Joao Pedro, Pavoletti. (All:Mazzarri)
Arbitro: Massa Reti: 49esimo De Silvestri, 96 Arnautovic
L. On