Dopo la figuraccia casalinga contro l’Udinese che va via con il bottino pieno e lasciando sul prato dell’Unipol Domus un passivo di quattro reti, volano gli stracci nello spogliatoio del Cagliari. Mazzarri evita la sala stampa e ad assumersi la responsabilità di provare a giustificare una simile debacle c’è il direttore sportivo, Stefano Capozucca.
La società, attraverso le pagine social, ha chiesto scusa ai tifosi, con un post asciutto, in cui c’è scritto solo “scusateci”, ma evidentemente non basta. I tifosi non ci stanno, chiedono la testa di Mazzarri, contestano Giulini, ma la società punta il dito sui giocatori. Infatti, Capozucca ribadisce che “Mazzarri è l’unica certezza. Rimane e rimarrà fino in fondo mentre qualcuno non è degno di indossare questa maglia ed è giusto che non la indossi più per rispetto di questa società”.
Parole dure che lasciano presagire una mini rivoluzione a gennaio, dimenticando però che la squadra è il frutto delle scelte di una società che ha badato più a sottolineare la presenza di ‘top player’ senza inserirli in un progetto delineato. La somma dei bravi non garantisce il successo e il Cagliari di questi tempi ne è la dimostrazione.
Capozucca rincara la dose dopo la sconfitta e aggiunge: “Dobbiamo stare zitti e vergognarci: una gara iniziata male e finita peggio. Qualche giocatore non è degno di indossare questa maglia, non voglio più vedere certe facce. Per giocare nel Cagliari bisogna avere amore e cuore: sì può perdere però bisogna combattere. Le abbiamo provate tutte, la società aveva garantito un premio per cercar di vincere. Ma la prestazione l’abbiamo vista tutti. Qualcuno stava piangendo, io chi ci mette il cuore lo perdono. Nessuno qui vuole retrocedere”.
M. S.