La ripresa del campionato dopo la delusione in Coppa Italia doveva ravvivare uno spogliatoio in cui si respira negatività e affiora qualche tensione, ma la sconfitta casalinga di ieri sera contro la Sidigas Avellino rischia seriamente di aprire la crisi in casa Dinamo Banco di Sardegna.
I campioni d’Italia, reduci da una stagione trionfale e trasformati radicalmente prima dal mercato estivo e poi dagli innesti dell’ultimo mese e mezzo, contro gli irpini hanno ripetuto gli stessi errori che sono costati la sconfitta nei quarti di finale contro la Vanoli Cremona. La partita non può essere giudicata da un episodio e anche coach Marco Calvani, scottato dalle critiche che gli sono piovute addosso per la conferenza stampa di dieci giorni fa al Forum di Assago, si guarda bene dal fare qualsiasi tipo di valutazione sugli ultimi trenta secondi del match di ieri. Ma la tripla segnata da Ragland a 11 secondi dal termine, senza che Sassari spendesse un fallo su di lui, ricorda tanto, troppo, il tiro con cui Cazzolato in Coppa Italia ha impattato allo scadere Sassari, portando Cremona al supplementare.
La tendenza a ripetere sempre gli stessi errori pone dei dubbi. Viene da chiedersi quali fossero le indicazioni della panchina e se tutti abbiano fatto il loro dovere. Nel caso, le responsabilità sarebbero chiarissime, ma in caso contrario la Dinamo sbaglia perché qualcuno non fa quello che gli viene detto o perché non è proprio capace, ed è una squadra inferiore alle attese? La società sassarese, lo staff tecnico e i giocatori devono chiarirsi quanto prima. Con la sconfitta di ieri la Dinamo è Ottava e Brindisi, alle sue spalle, incalza. I campioni in carica rischiano di restare fuori dalla corsa scudetto.