Regionali 2024, ecco dove è incartato M5s: due donne si contendono la leadership

Adesso è tutto chiaro: i Cinque Stelle sardi sono incartati sulla scelta della candidata alle Regionali di febbraio 2024. Ecco perché nicchiano, parlano poco col Pd, non hanno ancora chiara la strategia, sebbene al voto sardo manchino appena otto mesi.

In casa M5s sono spaccati: da una parte c’è il gruppo di Alessandra Todde che sponsorizza appunta l’ex viceministra allo Sviluppo economico, attualmente deputata; dall’altra ecco l’area di Ettore Licheri, il senatore e coordinatore sardo che invece sostiene la consigliera regionale Desirè Manca.

Non è un dualismo di poco conto, quello che da tempo segna il partito di Giuseppe Conte. Non fosse altro che la Todde, vicepresidente di M5s, per ovvie ragioni di ruolo è una fedelissima del nbumero uno nazionale. Ma nella stessa posizione di vicinanza all’ex premier si trova Licheri, parlamentare molto ascoltato nel Movimento.

Per Licheri la Manca è la Giorgia Meloni dei Cinque Stelle: stessa parlantina, stessa capacità di bucare il video. La Manca, sassarese classe 1973, è una delle poche che in Consiglio regionale non ha fatto sconti al presidente Christian Solinas e alleati. Vanta una pagina Facebook da 72.780 followers. Temperamento diverso per la Todde, nuorese classe 1969: più mite nell’azione e con una pagina social seguita da 23.435 persone.

La Manca in Consiglio regionale è in piena armonia coi Progressisti di Massimo Zedda e Francesco Agus, che da oltre un anno lavorano perché la coalizione di centrosinistra alle Regionali del 2024 sia allargata agli M5s. Va detto che l’abbinata Cinque Stelle-Pd non funziona al meglio: anche a questo giro di Comunali, dove pure conta la vicinanza con i candidati e non l’ideologia, il partito di Conte non ha garantito al Pd in affanno la spinta sperata. Anche perché gli elettori M5s, di base, mal sopportano i dem. Si veda cosa è successo ad Assemini, dove ha finito per prevalere l’ex grillino Mario Puddu che ha chiuso il primo turno davanti a tutti e al ballottaggio dell’11 e 12 giugno sfiderà Diego Corrias, scelto da M5s e Pd, arrivato secondo per nove voti (terza la candidata dei Fratelli d’Italia, Niside Muscas).

Gli M5s sono andati pure peggio a Iglesias, dove hanno appoggiato uno dei due candidati di centrodestra ma senza correre col simbolo: i grillini sulcitani hanno sostenuto Beppe Pes insieme a Riformatori, Lega, pezzi di Udc e Forza Italia. Ma alle urne di Iglesias ha incassato un plebiscito il sindaco uscente Mauro Usai, dem moderato, che ha stravinto al primo turno superando il 73 per cento dei consensi in una corsa a tre. Davvero da record.

Il risultato delle Comunali colloca gli M5s in una posizione di debolezza rispetto alla trattativa per le Regionali 2024. Perché una cosa è sicura: Pd e Progressisti da soli non possono pensare di vincere le elezioni. Ma lo stesso vale per gli M5s, visto che non sono più la novità di un tempo. Ecco perché la scelta del candidato o della candidata può fare la differenza, può convincere i grillini anti-dem a digerire l’alleanza col Pd.

Dal canto loro i democratici non sono del tutto convinti, in caso di alleanza con gli M5s, di dover lasciare a Conte la leadership della coalizione. Proprio per via del risultato delle Comunali. E comunque nel Pd si ritrovano nella posizione di non poter usare la vittoria di Usai per rivendicare il loro stato di salute, visto che il sindaco di Iglesias è ascrivibile all’area di Paolo Fadda che alle Primarie di febbraio si è sfilato dai dem.

Ogni ragionamento non potrà prescindere dalla scelta dei candidati alle Comunali di Cagliari e Sassari, visto che il 2024 è un anno ricco dal punto di vista elettorale: vanno alle urne anche le prime due città dell’Isola. Ogni coalizione dovrà gestire insieme tutte le partite con le urne, con la solita spartizione cencelliana. Si aggiunga che l’anno prossimo si rinnova pure il Parlamento europeo: significa un’altra casella pesante da inserire nello scacchiere delle alleanze.

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