Doddore Meloni si è ripreso in una nottata dai patimenti del “sequestro di persona”. E stamani alle 9 ha ricevuto la visita della polizia che l’ha invitato a tornare nei luoghi dove è stato tenuto in ostaggio. Si pensava a qualche pezzo della campagna tra Terralba e Uras (la zona dove domenica sera è ricomparso), invece ha condotto il corteo di auto (squadra mobile, polizia scientifica e Digos) in una landa desolata del cagliaritano, tra Villasor e Monastir. Una breve sosta, durante la quale Meloni è rimasto a bordo dell’auto, poi il corteo è partito alla volta di Oristano.
Sono intanto emersi nuovi particolari sul racconto che Doddore ha fatto del momento esecutivo del sequestro. I rapitori – questa è una conferma – erano tre. Ma solo due hanno partecipato alla cattura (“Avevano il viso nascosto da un passamontagna, mi hanno puntato una pistola alla testa e mi hanno costretto a salire su un’auto di grossa cilindrata che si è diretta verso Cagliari”). Il terzo sequestratore era appunto, secondo la versione di Meloni, l’autista dell’auto.
Non è chiaro quale direzione stiano prendendo le indagini. E’ sicuramente in atto una verifica puntuale del racconto di Meloni (accompagnata probabilmente da accertamenti scientifici sul volantino dei “Guardiani della nazione” trovato sulla sua auto dopo la scomparsa). Ma l’Ansa riferisce anche che, in nottata, è stata effettuata una perquisizione nell’abitazione di Sandro Mascia, seguace di Doddore e “ministro” della Repubblica di Malu Entu.