Colpo fallito al Banco di Sardegna, caccia alla gang dei “flemmatici”

Calmi, freddi e ben organizzati. Un colpo da professionisti quello tentato ieri pomeriggio nella filiale del Banco di Sardegna di viale Marconi a Cagliari, andato male solo per il tempestivo intervento dei carabinieri. Una possibilità che i banditi avevano previsto, vista la velocità e il modo con cui hanno fatto perdere le loro tracce. Ma tutte le fasi della tentata rapina, raccontate dai clienti e dai dipendenti dell’istituto di credito, rimasti nelle mani dei banditi per una ventina di minuti, sono state segnate dalla tranquillità forse apparente dei malviventi. Una “flemma” segno di grande sicurezza.

Il colpo

I banditi sono entrano in azione poco prima delle 16. Davanti al bussolotto della banca si presenta un uomo con addosso una divisa estiva dei carabinieri. Ha il volto coperto da baffi e indossa una parrucca, ma riesce ugualmente a farsi aprire. Una volta dentro minaccia i dipendenti e li obbliga ad aprire le porte per fare entrare gli altri tre complici. Uno di loro indossa una seconda divisa da carabiniere. Tutti sono armati di pistola e hanno i volti coperti. I banditi legano con delle fascette le mani di dipendenti. Otto di loro vengono fatti spostare nell’archivio, dove rimangono per tutto il tempo del colpo, sorvegliati da uno dei quattro componenti della gang. La direttrice e un cassiere, invece, vengono portati verso le casse per aprirle. Ma arrivano i carabinieri e i banditi non riescono a portare via nulla.

La fuga 

La banda aveva pianificato nel dettaglio la fuga, studiando la filiale del Banco di Sardegna. Hanno aperto due finestre vasistas (serramenti che si aprono verso l’interno) strette e piccole. Per raggiungerle, visto che si trovano a circa tre metri d’altezza, hanno velocemente spostato alcuni mobili. I quattro sono saltati fuori, finendo su una tettoia all’interno di un’area in mezzo ai palazzi adibita a depositi e parcheggi, con una uscita, protetta da un cancello automatico, che affaccia in via Machiavelli. Nonostante tutte le difficoltà, in pochi istanti la gang ha attraversato tutta l’area per fuggire all’esterno dove forse ad attenderli c’era un’auto parcheggiata.

Le pistole e la valigetta

I banditi prima di fuggire hanno lasciato dentro l’istituito di credito due pistole, una calibro 9 e una 38, cariche, perfettamente funzionati e con numero di matricola cancellato, e una valigetta 24 ore all’interno della quale dovevano riporre il denaro. Pistole e valigetta, come altri elementi recuperati dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale e del Nucleo investigativo, sono state consegnate agli specialisti del Ris che si occuperanno di analizzarle in cerca di impronte o tracce organiche che possano in qualche modo servire all’individuazione dei malviventi.

Le uniformi estive dei carabinieri

Erano uniformi vere e non “costumi di carnevale”, quelle indossate dai due dei malviventi entrati al Banco di Sardegna. Camicia a maniche corte, pantaloni e berretto, forse proprio per questa ragione i dipendenti della banca hanno aperto le porte, facendo entrare il primo rapinatore. Gli investigatori hanno avviato le indagini per capire l’eventuale provenienza delle uniformi. Nel maggio scorso la polizia aveva arrestato un 47enne a Cagliari. In casa nascondeva una uniforme originale dei carabinieri, ma in quel caso invernale. In casa aveva anche scanner per intercettare le comunicazioni delle forse dell’ordine.

La restituzione del denaro e la “gentilezza”

I banditi non sono apparsi mai nervosi, volevano mettere a segno un “colpo grosso” portando via decine di migliaia di euro. Una conferma indiretta arriva dalla testimonianza del presidente della Confcommercio Sardegna Alberto Bortolotti che si trovava in banca per versare tremila euro. “Ci hanno infilato nel magazzino dietro gli sportelli e prima che ci legassero, ho messo i contanti che dovevo versare in uno scaffale tra le buste – ha raccontato subito dopo il tentativo di rapina – Uno dei rapinatori ha frugato nello scaffale, forse alla ricerca di telefonini, ha trovato i soldi ma li ha lasciati quando ho detto che erano i miei”. I malviventi inoltre non sarebbero mai stati violenti anche quando  hanno legato con le fascette le mani di clienti e dipendenti.

La caccia all’uomo

Solo uno dei quattro banditi ha parlato durante tutte le fasi della tentata rapina. Aveva un accento nuorese, hanno raccontato i testimoni agli investigatori. I carabinieri hanno esteso le indagini a tutta la Sardegna. Personaggi noti e pregiudicati per rapina, non solo del cagliaritano, sono stati controllati. Eseguite anche alcune perquisizioni, ma al momento nessuna traccia. I carabinierhanno anche recuperato i filmati delle telecamere nella zona di viale Marconi alla ricerca di altri elementi.

Manuel Scordo

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