Alleanza tra Pd e Michela Murgia? Il sogno di Marcello Fois è destinato a restare tale

Che sia stata una pura e semplice provocazione e la traduzione politica di un sogno, l’iniziativa di Marcello Fois ha colpito nel segno. Se ne discute. Anche se le possibilità che la proposta diventi realtà sono prossime alle zero. Almeno stando alle prime reazioni.

Fois – con un intervento apparso l’altro ieri su La Nuova Sardegna – ha in sostanza invitato Matteo Renzi a prendere atto delle difficoltà di Francesca Barracciu, e dell’assenza di valide candidature alternative, per sostenere “l’unica candidata progressista, e forte” che è già a disposizione: Michela Murgia. Questo per evitare di aprire la sua segreteria con una sconfitta elettorale. Le elezioni regionali sarde sono infatti il primo test per il Pd dopo la vittoria di Matteo Renzi alle primarie.

Va detto che attualmente mancano le pre-condizioni perché la proposta di Fois possa essere presa in considerazione. Francesca Barracciu, infatti, è la candidata ufficiale del centrosinistra. E potrebbe continuare a esserlo. Questo fine settimana sarà decisivo: oggi comincia il congresso di Sel, la principale forza politica  tra quelle del tavolo del centrosinistra (Rossomori, Centro democratico) e dell’area indipendentista (Partito dei sardi) che contrastano la candidatura dell’eurodeputata. Se il no alla Barracciu (e la minaccia dello ‘strappo’) fosse confermato dal congresso di Sel, il Pd avrebbe un elemento in più su cui riflettere nella riunione della direzione regionale che si svolgerà a inizio settimana alla presenza di un “inviato” del neosegretario.

Ma  cosa farebbe il centrosinistra se alla fine la Barracciu decidesse di fare il “passo indietro”? Andrebbe alla ricerca di un nuovo candidato (da tempo circolano i nomi di Franco Siddi e di Francesco Pigliaru e anche, più di recente, del rettore di Sassari Attilio Mastino). Una convergenza sul nome di Michela Murgia è oggi molto improbabile, se non impossibile. E, d’altra parte, se anche ci fosse, non troverebbe un’accoglienza particolarmente festosa da parte della scrittrice.

Interpellata da La Nuova Sardegna, è stata chiarissima: se il Pd le proponesse il suo sostegno, dovrebbe rinunciare al suo simbolo: “Nella nostra coalizione – ha dichiarato – non ce ne saranno. Tantomeno potrebbero essere presenti simboli riconducibili alle segreterie italiane dei partiti, come il Pd appunto”. E ancora: “Ogni volta che il Pd ha pescato all’esterno ha ammesso i suoi limiti. Ma ha trovato persone che volevano salvare il partito, questa è la differenza”.

La “differenza”, ha precisato la Murgia, è che a lei di salvare il Pd non gliene importa niente. E, a suo giudizio, l’unico strada per evitare che la dispersione dei voti possa favorire una nuova vittoria del centrodestra è uno spostamento di voti dal centrosinistra alla coalizione ‘ Sardegna possibile’.

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