William Sanna: “Tra gioco e musica vi racconto il mio lavoro in un asilo parigino”

Nel suo racconto ci sono un “prima” e un “dopo” nettamente separati: due vite distinte. La prima, in Italia, fatta d’incertezze, affrontata a capo chino e col fiato corto per l’angoscia di sbarcare il lunario. La seconda, in Francia, dove i sacrifici sono stati ripagati dopo un periodo ragionevolmente breve. William Sanna insegna da tre anni in un asilo nido di Parigi. Trentuno anni, nato e cresciuto a Cagliari – padre operaio cassintegrato e due fratelli Deborah ed Emanuele che studiano rispettivamente all’università e alle scuole medie- William ha conseguito la maturità classica al liceo Siotto; nella capitale francese è arrivato nel 2008 «l’ho scelta per varie ragioni, ero desideroso di fare esperienza all’estero e sapevo un po’ la lingua».

La differenza di condizione tra ieri e oggi la racconta in poche parole: «In Italia ho fatto di tutto, dal cameriere al servizio civile nazionale; in Francia ho lavorato per un breve periodo come cameriere, successivamente come baby sitter per una famiglia italiana, fino a che non ho deciso di prepararmi per il concorso d’ammissione alla scuola d’auxiliaire de puericulture. Ho frequentato un anno, dopodiché ho trovato subito una sistemazione. Mi occupo di sette bambini tra i due e i tre anni e li accompagno nella crescita. Nella sezione sono in tutto ventisette».

Ma la biografia di William Sanna non è solo quella di un giovane realizzato; è, allo stesso tempo, la dimostrazione plastica dell’attenzione che il governo nazionale riserva concretamente alle famiglie e ai loro figli mentre, in Italia, ci si consuma in dichiarazioni d’intenti. «In Francia – chiarisce – ci sono molte agevolazioni economiche per le coppie che hanno bimbi; inoltre, ogni anno, vengono inaugurate nuove strutture per garantirne l’inserimento. Negli asili il personale è continuamente aggiornato».
La vocazione per l’insegnamento l’ha scoperta proprio Oltralpe, assieme alla serenità: «La permanenza all’estero – prosegue – mi ha dato tanto; innanzitutto ho appreso un mestiere che adoro e che mi dà moltissime soddisfazioni, poi ho imparato la lingua alla perfezione. Mi sono abituato al confronto con culture e punti di vista differenti. Ma la cosa più importante che mi ha regalato è stata la fiducia in me stesso. Questo è il dono più bello che una persona possa ricevere».

william_sannaConsapevolezza, quella nei propri mezzi, che l’ha spinto a usare e a osare, arricchendo l’insegnamento con la musica, altra grande passione che coltiva da tempo. «Abbiamo creato nell’asilo un laboratorio musicale in cui proponiamo canzoni per bambini che partecipano attivamente. Sono fermamente convinto – aggiunge con calore – che la musica sia uno strumento utile per la crescita psicofisica perché consente sia di apprendere molte parole, sia di scoprire determinati movimenti attraverso la gestualità. Inoltre è uno spazio di convivialità durante il quale tutti possono esprimersi. Al di fuori dell’ambito lavorativo, la musica è sempre presente perché ho un mio gruppo (Sapristea) che fa rock; recentemente ci siamo esibiti alla festa della musica in città».

Tuttavia, nonostante i successi, la nostalgia fa spesso capolino nel suo spartito quotidiano: «Mi mancano tante cose – dice- la famiglia, la mia ragazza, gli amici, il mare, il sole e l’allegria della gente». I sogni, però, attenuano la frequenza di queste note malinconiche: «Consiglio a tutti di credere nelle proprie capacità e nei sogni perché è grazie a loro che io mi sento vivo e continuo ad andare avanti; nella vita – conclude William Sanna – bisogna prendere dei rischi perché solo in questo modo possiamo crescere e realizzarci».

Giovanni Runchina

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