Test cinesi, acquisto Ats da 5,3 milioni: uffici Sanità aprono un’indagine interna

Il Dg dell’assessorato regionale alla Sanità, Marcello Tidore, ha aperto un’indagine interna sui test rapidi cinesi comprati dall‘Ats per fare lo screening di massa nell’Isola, cominciando dall’Ogliastra. Oggetto della verifica: la procedura che sta dietro l’acquisto da 5 milioni e 360mila fatto dall’Azienda per la tutela della salute il 14 dicembre 2020. Così filtra dagli uffici di via Roma. I test presi da Ats sono tamponi antigenici di marca VivaDiag, prodotti in Cina dalla VivaChek, nella città di Hangzhou (qui la determinazione 6470).

Sul caso dei test rapidi, in queste settimane, si è esposto molto il capo di Ats, il commissario Massimo Temussi, che guida l’Azienda da fine ottobre. Temussi ha inspiegabilmente cambiato registro in corso d’opera. Dopo uno scoppiettante ed entusiastico avvio di campagna (“Grande risposta da parte della popolazione“), ecco la necessità dichiarata dal commissario di rivedere il piano d’azione. Nel mezzo la presa di posizione da parte dell’Agenzia del farmaco francese che ha messo al bando i test rapidi VivaDiag, perché considerati “inattendibili“. E anche su questo, è prevedibile, gli uffici di Tidore vorranno raccogliere elementi.

In Ogliastra la due giorni della fase 1, con l’utilizzo dei test cromatografici (senza lettore), c’è stata il 4 e 5 gennaio; l’11 e 12, invece, il secondo step attraverso i tamponi a immunofluorescenza (la positività o negatività si rileva attraverso l’utilizzo di uno specifico apparecchietto). Così, almeno, ha spiegato il ‘padre’ dello screening, il virologo romano Andrea Crisanti. E se gli esiti della fase 1 si sono conosciuti in tempi brevi, i numeri sui potenziali infetti del secondo rilevamento li ha dapprima nascosti Temussi, “per motivi di privacy”. Tanto che ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale anche l’onorevole del Pd, Salvatore Corrias, sindaco del Comune ogliastrino di Baunei. Corrias, rivolgendosi al commissario Ats, aveva fatto notare due cose: “Il non senso di non rendere pubblici i dati, anche perché nessuno ha chiesto i nomi dei positivi; e poi la strana decisione di Temussi di cambiare strategia. Una scelta quanto meno bizzarra: se tutto sta andando benissimo, come ha detto il commissario, non c’è motivo per variare le modalità dello screening”.

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Cosa Tidore abbia materialmente scritto nell’indagine interna, non è dato saperlo. Ma se il Dg ha deciso un simile passo (Tidore è uno di scuola Dc, abituato a contare sino a dieci), qualcosa non torna in assessorato. E siccome i soldi spesi da Ats non sono spiccioli ma 5 milioni e360mila euro di soldi pubblici su cui la Corte dei conti ha il potere di volerci vedere chiaro, sempre e comunque, si capisce quanto la questione sia delicata.

Sul fronte strettamente informativo c’è da rilevare un aspetto ugualmente importante: dopo il primo articolo di Sardinia Post in cui è stato scritto che in Ogliastra erano stati usati i test VivaDiag banditi in Francia (leggi qui), Temussi si era affrettato a mandare una nota stampa, in cui parlava di fake news (qui la dichiarazione completa). Il commissario, nello stesso comunicato, sosteneva che per lo screening di Lanuse-Tortolì erano stati usati i Joysbio, sempre di produzione cinese, ma nella città di Tianjin. Il giorno dopo, con un nuovo approfondimento, il nostro giornale ha illustrato l’unica deliberazione che al momento si trova sul sito di Ats, la numero 6470 relativa all’acquisto dei soli VivaDiag, per un totale appunto di 5 milioni e 360mila euro.

Era il 16 gennaio. In quella stessa occasione Sardinia Post ha invitato Temussi a rendere pubblica la fattura sull’acquisto dei Joysbio, ma il commissario non ha ancora prodotto il documento. Mercoledì 20 il nostro giornale ha mandato una mail all’Ufficio stampa di Ats, con la richiesta formale della determina in cui risulta che l’Azienda per la tutela della salute ha comprato i test cinesi citati da Temussi. Ma ancora non è arrivata la risposta. A questo punto tutti i dettagli relativi ai tamponi rapidi utilizzati in Ogliastra (e da usare nel resto della Sardegna nelle prossime settimane), si scopriranno attraverso l’indagine aperta dal Dg Tidore, se mai l’assessorato alla Sanità deciderà di rendere pubbliche le verifiche fatte.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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