Tentata concussione, 5 anni e 6 mesi a Peru. L’onorevole perderà il posto in Aula

Antonello Peru, il consigliere regionale di Cambiamo, partito fondato dal governatore ligure Giovanni Toti, è stato condannato a cinque anni e sei mesi per tentata concussione. Peru era a processo per i presunti abusi nella sua villa di Marritza, a Sorso.

La condanna di Peru è stata rilanciata da La Nuova Sardegna. A novembre la pm Maria Paola Asara aveva chiesto sette anni per il consigliere regionale. Nella sua requisitoria la magistrata inquirente aveva parlato di “carica pubblica utilizzata per fini privati”. La pena è stata leggermente ridotta dal giudice Mauro Pusceddu, ma si tratta sempre di una condanna pesante.

Adesso su Peru scatta la legge Severino che per la tentata concussione prevede la sospensione dalla carica pubblica, anche in caso di condanna in primo grado. Peru perderà il posto in Consiglio regionale per diciotto mesi via del combinato disposto tra gli articoli 7 e 8.

Al posto dell’esponente di Cambiamo, per la durata della sospensione, entrerà in Consiglio regionale Marco Tedde, primo dei non eletti nel collegio di Sassari nella lista di Forza Italia. Peru, infatti, è diventato il referente di Toti in Sardegna nel corso di questa legislatura. Ma alle Regionali del 2019 si era candidato con il partito di Berlusconi. Tedde è attualmente un consulente dell’assessora al Lavoro, Alessandra Zedda.

Considerando che alla fine della legislatura mancano ventidue mesi, se la sospensione scatta immediatamente, Peru potrà tornare a dicembre 2023. La Sardegna andrà poi alle urne a febbraio 2024.

L’indagine sulla villa di Peru, “demolita e interamente ricostruita”, denunciò un vicino di casa, riguardava proprio i lavori di rifacimento in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico perché nella fascia dei trecento metri dal mare. Dopo quell’esposto, Peru, che era vicepresidente del Consiglio regionale, contattò l’allora comandante della Polizia municipale, Enrico Cabras, anche lui a processo ma assolto.

Stando agli atti della pubblica accusa, Peru è colpevole di concussione per aver “costretto indebitamente l’allora comandante a mettersi a sua disposizione” per fargli conoscere intanto l’autore dell’esposto. Sempre secondo la Pm, Peru minacciò Cabras di fargli perdere il posto perché il comandante Cabras, nella sua relazione sui presunti abusi edilizi, si era discostato dalle indicazioni ricevuti dall’architetta Alessandra Piras, direttrice dei lavori e compagna dell’onorevole.

Sia Cabras che la Piras erano a processo anche loro, accusati a vario titolo, come riporta sempre il quotidiano di Sassari, di abuso d’ufficio (reato prescritto), falsità ideologica e materiale, rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento. Insieme a loro anche Marco Del Rio, responsabile in Comune del Servizio di vigilanza; Maurizio Loriga, dirigente dell’Ufficio tecnico, sempre a Sorso; Marcello Cherchi, ingegnere strutturista che si occupò dei calcoli nella villa di Peru; Angelo Antonio Dedola, titolare dell’impresa che eseguì i lavori. Ma tutti sono stati assolti oggi perché il fatto non sussiste, ha stabilito il giudice che non ha accolto nessuna delle richieste avanzate dalla Pm per questi altri imputati.

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