Sparisce la super Provincia Tirrenica. E solo Cagliari sarà città metropolitana

L’assessore Cristiano Erriu tira le fila della maggioranza che sulla riforma degli Enti locali stava macinando raffiche di super premi ai territori.

Niente super Provincia Tirrenica e Cagliari sarà la sola Città metropolitana della Sardegna. Così è scritto nell’ultima versione del ddl sugli Enti locali, quello che l’assessore Cristiano Erriu ha pronto da gennaio 2015, ma il Consiglio regionale, attraverso la commissione Riforme, stava continuando a cambiare dopo sette mesi di discussione. Alla fine non se ne stava capendo più nulla: a giorni alterni, nel palazzo di via Roma, venivano sentiti in audizione i rappresentanti dei territori sul piede di guerra, tutti decisi a rivendicare un riconoscimento speciale per la propria Provincia, vecchia e nuova che fosse. Erriu ha detto basta. Se poi, filtra dall’assessorato, ci saranno consiglieri pronti agli agguati in Aula per fare concessioni qua e là, se ne assumeranno la responsabilità davanti ai sardi che gli enti intermedi non li vogliono più.

Il ddl Erriu torna dunque alla origini: le Province, che potranno essere cancellate solo dal Parlamento, manterranno le sole tre funzioni fondamentali, sino al cambio della Costituzione (ddl Boschi): scuole, strade e ambiente. Le altre competenze (Turismo, Protezione civile, Cultura, Sport e Formazione professionale) passeranno alle Unioni dei Comuni che dovranno essere organizzate nell’arco di un anno. L’unica eccezione è il Lavoro che sarà coordinato dalla Regione.

In questo quadro tramonta la possibilità che si siano super Unione dei Comuni, come nel caso della Provincia Tirrenia o della Città metropolitana da concedere a Sassari. Erriu spiega: “Come nel testo approvato dalla Giunta a gennaio, la nuova programmazione terrà conto delle peculiarità dei singoli territori. Vuol dire che differenzieremo tra aree rurali e zone a vocazione urbana, dove ci sono per esempio porti e e aeroporti di livello nazionale. Ma senza riconoscimenti speciali per nessuno. La struttura base di governance sarà l’Unione dei Comuni”.

La classificazione, peraltro, non seguirà criteri decisi dalla Giunta. Erriu e l’assessorato si sono riferiti alle tabelle Istat, Eurostat e Ocse che, in base al quale densità di popolazione, isolamento o tasso di urbanizzazione, per citare gli elementi più importanti, aiutano a ‘catalogare’ un territorio, quindi a orientarne le politiche economiche e sociali, anche attraverso le diverse misure nei bandi Ue a sostegno dello sviluppo e della crescita.

Resta il fatto che il ddl deve essere approvato entro il 30 novembre, diversamente scattano le sanzioni previste dal decreto Delrio. Ovvero il taglio ai fondi nazionali. La Sardegna rischierebbe di perdere intanto i 40 milioni assegnati dal Governo per la Città metropolitana di Cagliari che la commissione Riforme vuole portare a 17 Comuni (rispetto agli otto iniziali). Ma questa modifica, con molta probabilità, sarà accolta nel ddl.

A domanda precisa, Erriu dice: “In maggioranza non c’è alcuno scontro. In questi mesi ci siamo ampiamente confrontati, adesso abbiamo il dovere di fare sintesi e di chiudere definitivamente la partita, rispettando anche le indicazioni dei sardi arrivate con il referendum di maggio 2012″. Dalle urne venne fuori un verdetto: l’abolizione delle nuove Province, cioè Gallura, Ogliastra, Sulcis e Medio Campidano, le sole di emanazione regionale e quindi le uniche che il Consiglio può cancellare senza dover attendere il ddl Boschi.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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