Slitta proclamazione dei parlamentari: sono i 16 dei collegi plurinominali

Slitta ancora la proclamazione dei sedici parlamentari eletti nei collegi plurinominali della Sardegna: ieri l’Ufficio elettorale della Corte d’appello di Cagliari avrebbe dovuto concludere la procedura attesa da undici deputati e cinque senatori, ma in Cassazione non hanno ancora ultimato la verifica delle schede. E non si sa quando tempo ancora ci vorrà. Si ipotizza domani, ma ci potrebbero essere ulteriori slittamenti.

Al momento, dunque, sono nove i parlamentari ufficialmente eletti: si tratta dei vincitori delle sfide dirette nelle circoscrizioni uninominali, dove nell’Isola hanno prevalso i candidati M5s. Alla Camera hanno preso più voti di tutti Andrea Mura (Cagliari), Pino Cabras (Sulcis), Mara Lapia (Nuoro), Luciano Cadeddu (Oristano), Mario Perantoni (Sassari) e Nardo Marino (Olbia). Al Senato ecco Gianni Marilotti (Sud Sardegna), Emiliano Fenu (Centro) e Maria Vittoria Bogo (Nord).

Questi i sedici parlamentari che attendono la proclamazione. Dalla circoscrizione Centro-Sud andranno a Montecitorio gli M5s Emanuela Corda, Andrea Vallascas e Lucia Scanu più Romina Mura (Pd), Ugo Cappellacci (Forza Italia), Guido De Martini (Lega) e Salvatore Sasso; dal collegio Centro-Nord gli M5s Alberto Manca e Paola Deiana più Gavino Manca (Pd) e Pietro Pittalis. Nella circoscrizione unica del Senato gli eletti da proclamare sono gli M5s Ettore Licheri ed Elvira Lucia Evangelista più Giuseppe Luigi Cucca (Pd), Emilio Floris (Fi) e Christian Solinas (Lega-Psd’Az). Quest’ultimo aveva il seggio sicuro in Lombardia. Ma col Rosatellum bis, in caso di candidature in più circoscrizioni, si viene eletti dove il partito di riferimento ha ottenuto il risultato peggiore. E in Lombardia la Lega ha superato il 40 per cento, mentre in Sardegna al Senato ha chiuso all’11,59.

Sullo sfondo resta il ricorso che il leghista della Gallura, Dario Giagoni, presenterà non appena la procedura della proclamazione sarà conclusa: il motivo è legato al fatto che alla Camera il Centro-Nord ha perso un seggio a vantaggio del Centro-Sud. La legge elettorale ne prevedeva rispettivamente sei e cinque. Invece col calcolo dei resti (sono i voti residui attraverso i quali si attribuiscono i posti in Parlamento), la ripartizione si è modificata secondo un rapporto di sette e quattro.

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