Sindacati e Giunta, luna di miele finita: “Regione ferma, mancano anche i Dg”

In Regione sembra finita la luna di miele tra sindacati e Giunta. Di oggi il documento firmato da quattro sigle e nel quale viene contestata “la paralisi degli uffici”. Si legge: “Sono passati quasi cinque mesi dall’insediamento del nuovo Esecutivo, ma tutto è fermo, come se si avesse paura di governare e di assumere le decisioni utili a portare a definizione alcune importanti vertenze aperte e a far ripartire la macchina burocratica regionale”. In calce a due pagine di lettera i nomi di Luciano Melis per il Sardirs; Giampaolo Spanu per Uil-Fpl; Marcello Cucca del Saf; Enrico Lobina di Cgil-Fp. La missiva è stata spedita anche ai consiglieri regionali.

In cima alla liste delle contestazioni mosse al centrodestra ci sono gli ingaggi dei direttori generali, approvati dalla Giunta lo scorso 29 giugno. Ma ci sono tre nomi in bilico per i quali è stato chiesto un parere legale (leggi qui), ciò che a catena ha fatto paralizzare tutto. Hanno scritto i sindacati: “Ad oggi mancano le nomine dei dirigenti, sia in uffici determinanti come il Personale, che in diversi enti, agenzie e aziende regionali. Ciò sta portando a limitare l’attività a quella ordinaria, senza nessuna programmazione e ripresa dei temi strategici. Si aggiunga il blocco nell’attuazione di leggi approvate anche dall’attuale maggioranza nella parte conclusiva della scorsa legislatura”. Le quattro sigle fanno quindi notare che ci sono “parecchi dirigenti regionali a spasso senza incarico e servizi scoperti, quindi persone pagate e non utilizzate, e nel contempo strutture prive di titolari. Di che si ha paura?”, è la domanda (senza risposta) dei sindacati.

Il secondo rilievo mosso contro la Giunta di Christian Solinas riguarda il caso Forestas, diventato già ieri tema di scontro tra lo stesso Esecutivo e ancora i sindacati. L’oggetto della contesta è sempre la mancata conversione del contratto, visto che i 4.500 lavoratori diventeranno dipendenti regionali con un aumento medio di 75 euro mensili lordi. A luglio l’Esecutivo ha dato il via libera alla contrattazione, ma non c’è stata ancora alcuna convocazione da parte del Coran, il Comitato che rappresenta legalmente la Regione in questi casi. Scrivono ancora Sadirs, Uil-Fpl, Saf e Cgil-Fp: “Forse perché non si vuole scontentare qualcuno o qualche assessore con il mal di pancia? Chi è nel giusto non ha paura delle proprie azioni. Il presidente della Regione ha il dovere di rispettare le leggi approvate dal Consiglio; se non le condivide deve dirlo chiaramente e proporre eventuali modifiche, ma fino a che sono vigenti ha l’obbligo di rispettarle e di applicarle”. I sindacati si riferiscono ancora alle vertenze aperte in Ara (Associazione regionale allevatori) e all’Aspal, l’agenzia per le politiche attive del lavoro. E più in generale fanno notare “la necessità di rinnovare un contratto vecchio di vent’anni all’intero comparto della Regione”.

Quanto alla modifica della legge 1 del ’77, quella che regola competenze e organizzazione della Giunta, così le quattro sigle: “A ogni inizio legislatura tutte le nuove maggioranza fanno riferimento a questa norma, ma c’è la sensazione che si parli per slogan o di qualcosa che non si conosce, perché tutto resta lettera morta”. Ancora nel documento dei sindacati: “L’altra assoluta priorità è la coerente pianificazione e realizzazione di un piano straordinario delle assunzioni, con particolare riferimento alle emergenze del Corpo Forestale e dell’Enas (Ente acque della Sardegna), così come la corretta ripresa del concorso per dirigenti. Su questi temi fondamentali dalla fine di marzo non si è mossa una virgola, ma nel frattempo continuano a svuotarsi per i pensionamenti gli uffici e le sedi ai quali sono affidati il presidio del territorio”.

La parte finale del comunicato stampa è un appello. Rivolto al governatore e agli assessori. “Vi chiediamo – è scritto – di avere il coraggio di affrontare questi argomenti cruciali e di farci conoscere il futuro che volete dare alla macchina burocratica regionale. Noi – è la sottolineatura – saremo ben felici di dare il nostro contributo nell’interesse primario dei cittadini sardi. Ci servono, però, concreti segnali di impegno e di lavoro convinto su questi argomenti, per impostare finalmente un serio programma di riforma”. Il documento si chiude con un passaggio riservato a Solinas: “Signor Presidente, dia un segnale di discontinuità anche negli atteggiamenti: finora, nonostante le nostre richieste, non ha disposto un incontro per avviare un confronto franco, leale, nel rispetto del ruolo di ognuno, per coinvolgerci nel processo di riforma che tutti auspichiamo. Restiamo in attesa di sua urgente convocazione, con l’intento di creare un clima di fattiva collaborazione, a oggi totalmente assente”. Il documento non è stato sottoscritto da quattro sigle: Cisl-Fp, Siad, Fedro e Fendres.

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