Sel, il “maschio alfa”

La tensione alla fine è esplosa. Durissima. Riguarda, più che la linea politica, il modo di fare politica. E la gestione di Sinistra ecologia e libertà da parte dell’uomo forte del partito in Sardegna, Luciano Uras, e del gruppo di dirigenti che gli è più vicino. Ma è anche uno scontro tra generi, tra donne e uomini. Anzi “maschi alfa”, come li definisce Susanna Orrù, ex assessore della giunta guidata da Massimo Zedda.

Oggetto del contendere: le trattative condotte da Uras per la formazione della giunta regionale e l’esclusione dalla giunta della sociologa Lilli Pruna, la più nota tra le personalità della società civile sarda che si sono avvicinate a Sel, seconda degli eletti (a una manciata di voti da Uras) alle politiche dello scorso anno, quando si candidò al Senato nel collegio di Cagliari.

Lo scontro è scoppiato venerdì sera a Tramatza nel corso dell’assemblea regionale dei vendoliani sardi. Con Uras accusato di aver gestito in modo personalistico la trattativa per la formazione della giunta, con l’obiettivo iniziale di diventare lui stesso assessore. Per poi ritirarsi, costretto dalle reazioni negative di una parte rilevante del partito.

Su quanto è accaduto a Tramatza non ci sono dichiarazioni ufficiali. Si parla di un aspro battibecco della Pruna con Massimo Zedda, intervenuto a difesa di Uras, e dell’abbandono dell’assemblea da parte del senatore quando i lavori erano ancora in corso.

Ma che la tensione interna fosse altissima se n’era avuta notizia fin da due settimane fa dopo la polemica – garbata nei modi, ma spietata nella sostanza – tra Uras e l’altro parlamentare eletto nell’Isola da Sel, Michele Piras che aveva diffuso una nota per chiedere a Pigliaru e ai partiti della maggioranza di sostenere, nella composizione del nuovo esecutivo, “una nuova generazione di amministratori”.

Categoria – la “nuova generazione di amministratori” – nella quale di certo non rientra Uras del quale in quei giorni sulla stampa si parlava come il candidato di Sel a un assessorato (in particolare quello agli Affari generali). Poco dopo l’annuncio di Uras: “Resto a Roma”. Decisione ufficialmente motivata dalla necessità di “combattere il governo nazionale”:

Ma prima ancora delo scontro Uras-Piras si era verificato un episodio che Sardinia Post è in grado di rivelare. Qualcosa di estremamente insolito rispetto al modo tradizionale di fare politica.

Bisogna sapere che se Uras fosse diventato assessore il suo posto al Senato sarebbe stato preso appunto da Lilli Pruna. La quale, invece,  ha fatto sapere ai vertici regionali del partito che non sarebbe subentrata. Avrebbe cioè rinunciato a un posto nel Senato della Repubblica per sottolineare il suo dissenso con l’idea che un dirigente politico possa farsi eleggere a una carica e poi andare a ricoprirne un’altra poco dopo. D’altra parte, in una giunta fondata sulle competenze, la Pruna – docente di sociologia del lavoro, curatrice del rapporto annuale sul mercato del lavoro nell’Isola – era considerata la candidata naturale di Sel appunto all’assessorato al Lavoro. E così è stata indicata per diversi giorni da tutti gli organi di informazione.

L’ala che dissente dai metodi di Uras a quanto pare non contesta la scelta della donna di Sel che poi è entrata in giunta, Claudia Firino, ma la gestione delle trattative. Perché è molto netta l’impressione che il partito abbia da un certo momento in poi smesso di sostenere la Pruna (che pure ha continuato formalmente a essere inclusa nella rosa dei potenziali assessori) per via del suo “gran rifiuto”. E, in definitiva, per aver mandato all’aria il progetto di Uras (il quale nega) di diventare assessore.

Di certo giovedì, quando i nomi degli assessori erano stati appena resi noti, Lilli Pruna ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post ironico e amaro: “Questo non è un alto profilo? Avviso gli amici giornalisti che se al prossimo giro di giostra – per l’amministrazione del vostro condominio o per la direzione del canile municipale – fate ancora il mio nome senza interpellarmi (come avete sempre fatto), vengo lì, vi strappo le braccine e le butto lontano”. E ancora: “Alle persone che hanno sperato che questa fosse la volta buona per sentirsi rappresentate diversamente, coraggio, solo a volte le volte sono buone, altre volte no. Ora buon lavoro e molti auguri alla nuova Giunta regionale e ai consiglieri. Essere migliori dei precedenti non dovrebbe essere difficile. Ma noi controlleremo, non si sa mai”.

Post salutato da quasi 250 “mi piace” e una cinquantina di commenti. Uno scritto da un’altra donna di Sel Susanna Orrù (l’ex assessore ai servizi sociali della giunta comunale di Cagliari che si è dimessa nel dicembre scorso in polemica con Massimo Zedda): “Il potere è gestito soprattutto da uomini “alfa”. Pochi uomini “alfa”, hanno la capacità e l’intelligenza di confrontarsi con donne “alfa”. Peccato Lilli! E’ dal confronto vero fra uomini e donne, dalla capacità di reggere uno scontro (pulito) sulle questioni in campo, che si può contribuire al miglioramento della società tutta. Arriverà il tempo in cui le cose cambieranno”.

N.B.

 

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