La guerra di Sel, sulla nuova Giunta regionale scontro tra Piras e Uras

Il deputato Michele Piras e il senatore Luciano Uras sono ai ferri corti per i due assessorati che il partito avrà nella prossima giunta Pigliaru.

L’hanno nascosta per settimane, tenendola sottotraccia. Ma adesso la battaglia di Sel è diventata pubblica: il deputato Michele Piras e il senatore Luciano Uras sono in guerra. Hanno passato la domenica a combattersi a colpi di comunicati sui (due) assessorati che il partito avrà nella prossima giunta Pigliaru. È finita che Uras, da una settimana nella rosa dei papabili, ha deciso di stare a Roma.

LA PRIMA MOSSA – Tutto è cominciato all’ora di pranzo, quando Piras, attraverso una nota, ha lanciato un appello “al presidente Francesco Pigliaru e ai partiti della maggioranza chiamati a concorrere alla composizione dell’Esecutivo regionale. È arrivato il tempo – ha scritto – di sostenere una nuova generazione di amministratori”. Questo mentre continuava a circolare la voce, mai smentita, che a Uras non sarebbe dispiaciuto fare l’assessore agli Affari generali. Piras, invece, con un messaggio all’apparenza neutro (ma chiarissimo per gli addetti ai lavori), ha ufficialmente sbarrato la strada alla candidatura di Uras. Questo senza mai citarlo espressamente. “I volti del governo di centrosinistra – ha aggiunto – debbono incarnare il bisogno di cambiamento e restituire fiducia ai sardi”.

REPLICA A DISTANZA – Tempo tre ore, ed ecco su Facebook il post di Uras. Il senatore, passata una settimana dal voto, ha deciso di ringraziare “gli elettori e tutti i compagni di Sinistra ecologia libertà della Sardegna”. Quindi il passaggio sui volti nuovi: “Sel è la formazione politica che meglio di tutti ha saputo interpretare l’esigenza del rinnovamento, anche attraverso la promozione di persone giovani e preparate. Tre dei 4 consiglieri regionali eletti sono trentenni”. E, infine, l’annuncio della rinunzia a un posto per sé nella giunta Pigliaru : “Per quando mi riguarda continuerò nel Senato della Repubblica a rappresentare prioritariamente le istanze della Sardegna e dei Sardi”.

VERTICE SEGRETO – A conferma delle tensioni tra i due parlamentari, c’è un terzo elemento: ieri, a Oristano, Piras ha riunito una buona fetta di partito. E gli “urasiani” non sono stati invitati. C’erano invece gli esponenti di Sel sarda notoriamente più vicini al deputato, cioè il coordinatore provinciale Christian Locci e il neoconsigliere regionale Eugenio Lai, sindaco di Escolca.

ASSETTI INTERNI – A fare la conta dopo le Regionali,  il senatore, al momento, è in leggero vantaggio visto che ha piazzato due suoi uomini: il cagliaritano Francesco Agus, un fedelissimo, e Luca Pizzuto, il segretario regionale, il quale, tuttavia, non può essere considerato vicino a Uras tanto quanto Agus. Di certo, lo scontro interno a Sel era cresciuto proprio nelle settimane in cui il partito ha deciso le candidature. Perché Uras aveva fatto mettere in lista due esterni (entrambi non eletti): Claudia Zuncheddu, leader di Sardigna libera, e Paolo Casu, l’ex sardista (e prima ancora dei Riformatori) che a maggio 2011 è stato eletto nel Consiglio comunale di Cagliari insieme alla minoranza di centrodestra, poi è passato in maggioranza per sostenere il sindaco Massimo Zedda. Operazione  avvenuta proprio sotto la regia di Uras.

LE INCOGNITE – Adesso, però, il duello si sta spostando sul fronte regionale, e si preannuncia una battaglia interna ancora più dura, visto che Sel ha diritto a due assessorati e ai vendoliani sardi sembra mancare un metodo condiviso. Una voce in capitolo potrebbe averla i candidati cagliaritani alle Regionali, quelli che hanno contribuito a portare il partito al 6,32 per cento, contro una media isolana del 5,18. Tra loro ci sono Marcello Cadeddu, Andrea Melis, Andrea Zucca e Fernando Codonesu, entrati in lista anche sotto la spinta di Locci. Quindi sul metodo di gestione del partito sono più vicini a Piras che a Uras. Col senatore sta invece Ignazio Tolu, altro non eletto.

LO SCENARIO – La previsione più facile è che Sel, in Sardegna, possa cambiare pelle, passando da partito sostanzialmente leaderistico (come a livello nazionale dove Vendola è stato riconfermato presidente con un solo astenuto) a forza politica formata da anime diverse. O aree che dir si voglia. Uras finora è stato nell’Isola il riferimento del partito,  Piras vuole riequilibrare le posizioni. E Pigliaru rischia di convertirsi in arbitro, suo malgrado: tocca a lui, infatti, la scelta degli assessori.

Alessandra Carta

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