Scossone al cerchio magico di Solinas. Sardara e il patto politico che traballa

A due settimane dal banchetto di Sardara, con la Procura di Cagliari impegnata quotidianamente a interrogare gli invitati, si delinea con sempre più nitidezza il quadro politico che ruota intorno all’appuntamento alle Nuove Terme: Sardara ha sancito lo strappo definitivo nella gestione del potere. Lo strappo tra i fedelissimi di Christian Solinas nel primo anno e mezzo di legislatura e il nuovo entourage che il presidente della Regione sta costruendo.

Il cambio di equilibrio è scritto proprio in una parte degli inviti, perché sia l’imprenditore Gianni Corona, uno dei tre soci di Sardegna termale, il padrone di casa diciamo così, sia il portavoce Mauro Esu sono stati due pedine fondamentali nella campagna elettorale di Solinas a cavallo tra 2018 e 2019. Ma poi il governatore li ha fatti retrocedere col passare dei mesi, sino a sostituirli nella lista delle preferenze.

Esu, come lui stesso ha raccontato a La Nuova Sardegna, al pranzo di Sardara non ha materialmente partecipato. Dapprima aveva addirittura detto di non essere mai andato alle terme, poi ha dovuto ammettere la propria presenza perché diversi partecipanti al banchetto hanno fatto il suo nome. Esu è un amico di vecchia data di Corona, ormai l’organizzatore certo del pranzo, non si sono più dubbi. Lo ha detto lui stesso al pm Giangiacomo Pilia. Corona ha quindi chiesto aiuto una mano all’amico Mauro per selezionare gli invitati. Anche perché al portavoce del governatore l’agenda non manca: per oltre un anno e mezzo è stato Esu a smistare tutti gli appuntamenti del presidente. Chi voleva parlare con Solinas, doveva passare da lui.

Esu era talmente importante per Solinas che in Regione, con nomina politica, quindi con incarico fiduciario, lavora un pezzo della famiglia. A libro paga degli uffici sardi c’è anche Stefano Esu, fratello di Mauro, consulente dell’assessorato agli Enti locali e all’Urbanistica, anche lui a Sardara. Nell’Ufficio stampa lavora invece la fidanzata del portavoce, mentre la compagna del consulente aveva ugualmente trovato spazio nel ‘Sistema Regione’, ma soprattutto è stata donna di punta nel Psd’Az targato Solinas, arrivando nella Direzione nazionale e distinguendo anche come una delle fondatrici dell’associazione ‘Donne sardiste’.

È evidente quanto il legame tra gli Esu e Solinas, per il tramite del portavoce Mauro, sia stato intenso e a doppio filo. Il governatore ha girato la Sardegna in campagna elettorale con Esu al volante, ma nella doppia veste di primo dei consiglieri e addetto stampa. Tanto che la sua nomina a portavoce è parsa nell’ordine delle cose. Ma oggi fa sorridere che su Sardara il governatore gridi allo scandalo sul piano morale.

A Palazzo si dice che Solinas voglia fare fuori anche Esu, contro il quale verrà ugualmente aperto un procedimento discplinare al pari degli altri dipendenti (interni o esterni) della Regione. Ma non secondo il ‘metodo Solinas’ che voleva utilizzare il Dl 107 sui maxi staff per compiere epurazioni. Ma questa strategia – come raccontato da Sardinia Post – sarebbe stata onerosa per le casse pubbliche, perché avrebbe comportato il pagamento di un anno di stipendi dopo la revoca del mandato. La pezza alla linea del presidente l’ha messa la Dg del Personale, Silvia Cocco, che ha aperto i procedimenti disciplinari per accertare le eventuali violazioni del Codice di comportamento a cui i lavoratori della Regione hanno l’obbligo di attenersi.

Per tornare agli uomini del presidente e al patto Esu-Solinas, il sodalizio ha cominciato a trraballare all’indomani delle elezioni. Nelle grazie del capo della Giunta è entrato Stefano Tunis, il fondatore del movimento politico Sardegna 20Venti. Tunis, eletto di nuovo consigliere regionale, ha cominciato ad accompagnare Solinas ovunque, scalzando Esu.

Tuttavia la liaison politica tra Tunis e Solinas non è durata molto. E infatti Corona e Esu, quando si è trattato di fare gli inviti, hanno pescato parecchio nel bacino di Sardegna 20venti. C’erano Giuliano Patteri, il Dg facente funzioni di Forestas che è stato per un anno il direttore generale dell’assessorato all’Industria, andato a Tunis e al suo movimento. Sempre in quota Sardegna 20venti ecco anche il capo di gabinetto degli stessi uffici, Alberto Urpi, candidato  del movimento alle Regionali del 2019.

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Tunis ha smesso di essere il preferito di Solinas quando il ‘cuore’ del presidente l’ha ‘rubato’ Nanni Lancioni, ex Udc passato nel Psd’Az. Lancioni è un imprenditore, titolare dell’omonima tipografia di Cagliari che lavora parecchio ed è ben inserita anche nella pubblica amministrazione. Da qualche tempo sul fronte degli investimenti e delle operazioni economiche, Solinas chiede lumi a Lancioni. Il governatore si fa accompagnare ovunque dall’onorevole sardista. Poi: Tunis è troppo furbo per puntare la prua contro Solinas e infatti in Aula continua a fare un lavoro di cucitura nella sfilacciata maggioranza. Ma il legame di un tempo non esiste più.

Se a Sardara abbiano parlato di nomine, non è dato saperlo. Ma l’ipotesi ha sempre meno consistenza. Anche perché se tra i 40 nomi c’era qualche massone, al massimo si tratta di iscritti alla Gran Loggia regolare d’Italia. Che è la serie C del settore, forse anche la D, racconta chi se ne intende davvero. La roba seria è la Loggia Grande Oriente d’Italia, ma non la prima. Non solo: a Sardara sono state invitate persone che hanno finito per essere identificate, ma erano solo di passaggio, come hanno raccontato al Pm.

Di sicuro non si può derubricare a insignificante la presenza di Giorgio Sorrentino, il general manager dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, arrivato lì in gran spolvero. Insieme a Sorrentino c’erano la direttrice sanitaria e quella amministrativa, Paola Racugno e Roberta Manuntza. Era presente pure  l’addetto stampa Fabrizio Meloni. L’invito di Sorrentino rientra con molta probabilità in quel nome da ‘agenda importante’, non fosse altro che il manager sa il fatto suo. Da anni sopravvive a tutti i cambi di Giunta, finendo per essere scelto sia dal centrodestra che dal centrosinistra. A L’Unione Sarda Sorrentino ammesso di essere andato a Sardara “ritenendo si trattasse di un incontro che avrebbe riguardato più direttamente la mia azienda”. Delle due l’una: o gli è stato presentato il banchetto come una roba da non perdere oppure quella sua frase era un modo per  provare a tirarsi fuori dal polverone.

La cartina di tornasole sul fatto che il pranzo di Sardara c’entra molto gli avvicendamenti nel cerchio magico di Solinas, basta vedere cosa ha fatto Umberto Oppus, il Dg degli Enti locali, direttore in aspettativa di Anci, uno che agli spuntini partecipa sempre e volentieri (basta vedere le sue foto su Facebook). Oppus, intuendo che Solinas lo considerasse un ‘traditore’ per essere stato a Sardara, dopo l’interrogatorio in Procura ha “rimesso il mandato nelle mani di Solinas”. Il quale gli ha certamente affidato l’incarico in Regione, ma Oppus ha dimenticato che da Dg ha prima di tutto doveri amministrativi che non c’entrano nulla con la fedeltà politica. Però la reazione di Oppus ha restituito bene il clima, anche di sospetto, che si è venuto a creare nel centrodestra.

Non è stato diverso il comportamento di Antonio Casula, il comandante del Corpo forestale a cui fu il centrosinistra di Francesco Pigliaru ad affidare l’incarico nel giugno. Casula per non dare importanza alla sua presenza a Sardara, sempre nell’ottica di non indispettire Solinas, ha detto di aver mangiato “solo un pezzo di pane”. E al momento resta imbattuto sul semi-digiuno fatto al banchetto.

Quanto agli esponenti del Pd presenti, val la pena ricordare che a maggio 2018 Gianni Corona venne nominato dal Partito democratico nuovo amministratore unico di Cagliari free zone (Cfz), la società nata nel 2016 per provare a realizzare la zona franca nel porto del capoluogo. Commercialista di professione, Corona era – almeno prima delle Regionale vinte da Solinas – vicino all’area di Antonello Cabras, ma è stato molto vicino ad altri due dem di tutt’altra estrazione: Franco Sabatini, ex Margherita, e Siro Marroccu, ex Ds.

All’area Cabras è da sempre vicino anche Abramo Garau, ex amministratore unico di Abbanoa, anche lui invitato  a Sardara insieme all’ex Dg Sandro Murtas che nello scacchiere politico è un Sorrentino della risorsa idrica: pure Murtas negli anni è riuscito a restare in sella con tutte le maggioranza. Insomma, non è strano che un imprenditore organizzi un banchetto pescando qua e là nell’agenda personale e trasversale. Dem e alleato di Cabras è pure Cristiano Erriu, assessore all’Urbanistica ai tempi della Giunta Pigliaru e attuale direttore del Centro servizi che fa capo alla Camera di commercio.

Se a Sardara i propositi erano realmente diversi, lo scoprirà la Procura di Cagliari. Al momento non ci sono iscritti sul registro degli indagati. Di sicuro proprio per via dell’inchiesta, che ha carattere penale, i procedimenti disciplinari aperti in Regione passano in secondo piano. Meglio: normalmente si attende che la magistratura faccia il proprio lavoro prima di irrogare sanzioni. Anche perché c’è il serio rischio di incorrere in richieste di risarcimento danni.

Da quando il caso di Sardara è scoppiato, si rincorrono le più svariate ricostruzioni. Fuori e dentro la politica. E tutte giustamente tese a trovare i punti di contatto tra centrodestra e Pd. Ma basta prendere in mano le cronache sulle nomine in sanità per capire quanto Solinas e democratici sia vicini, anche senza banchetti alle terme. È sufficiente guardare in che modo gli onorevoli del Pd fanno opposizione in Consiglio regionale per capire che questa legislatura si caratterizzi per abbracci politici spesso trasversali. È impensabile che Solinas da presidente della Regione non tratti conCabras, parigrado alla Fondazione Sardegna, una delle casseforti rimaste nell’Isola. Cabras il filantropo, come aveva detto di sé. Ma se Solinas deve parlare con Cabras non è che fa organizzare un pranzo a Sardara con quaranta persone affidando gli inviti a Corona, a sua volta aiutato da Esu.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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