L’Ufficio personale della Regione ha aperto i procedimenti disciplinari contro i Dg e altri manager pubblici presenti a Sardara. È contestata la presunta violazione del Codice di comportamento. Ovvio che sulla mossa è stato informato il presidente Christian Solinas, il quale però ha dovuto cambiare idea: il capo della Giunta voleva aspettare l’approvazione del Dl 107 sui maxi staff per prendere provvedimenti, agendo in prima persona con la revoca. Ma la direttrice generale del Personale, Silvia Cocco, deve aver spiegato a Solinas come funziona realmente la macchina amministrativa, al netto degli annunci politici. Di qui la decisione di applicare i procedimenti disciplinari attraverso un percorso ‘tecnico’.
Nel mirino sono finiti intanto tre Dg : Alessandro Naitana (Industria); Giuliano Patteri (Forestas) e Umberto Oppus (Enti locali). La lettera della Cocco è arrivata anche ad Antonio Casula, il comandante del Corpo forestale, e al capo di gabinetto dell’Industria, Alberto Urpi. Stesso trattamento per il general manager dell’Azienda ospedaliero-universitaria, Giorgio Sorrentino, che a Sardara è andato insieme a Roberta Manutza e a Paola Racugno, rispettivamente a capo della Direzione amministrativa e di quella sanitaria. C’era anche l’addetto stampa Fabrizio Meloni, così come il commissario della Provincia di Sassari, Pietrino Fois.
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L’azione della Cocco ruota intorno al Codice disciplinare – qui il testo completo -, di cui i dipendenti della Regione sono informati contestualmente alla firma del contratto. Il documento prevede appunto una serie di regole a cui il personale si deve attenere nell’esercizio delle funzioni. In caso di presunta violazione, a partire dal Codice di comportamento (articolo 1), si avviano i procedimenti disciplinari per accertare eventuali responsabilità che danno luogo a sei diversi tipi di sanzioni: rimprovero verbale; rimprovero scritto; multa di un importo non superiore a 4 ore di retribuzione; sospensione dal lavoro e dal trattamento economico da un minimo di un giorno e sino ad un massimo di dieci giorni; licenziamento con preavviso; licenziamento senza preavviso.
La Dg Cocco è intervenuta dapprima in base all’articolo 50 della legge 31/1998 su ‘Disciplina del personale regionale e organizzazione degli uffici”, che è la cornice normativa. Anche perché aspettare l’approvazione del Dl 107, come voleva fare Solinas, con una eventuale revoca diretta dei Dg presenti a Sardara, avrebbe aperto nella maggioranza una crisi pesante, con rischi sulla tenuta della legislatura. Non solo: la strategia di Solinas sarebbe stata onerosa perché in caso di siluramento dei manager si dovrebbe corrispondere loro un anno di stipendi. Per due ragioni: la fine anticipata del mandato del Dg avverrebbe contestualmente a una riforma, quindi per un motivo amministrativo e non disciplinare. In secondo luogo la revoca dall’incarico sopraggiungerebbe ben oltre i dieci giorni previsti dall’articolo 50 della legge 31.
Con l’intervento degli Uffici, come ha fatto dalla Cocco, si arriverà invece a una valutazione asettica delle diverse posizioni dei manager pubblici, una valutazione scevra da veleni politici. Di più: la stessa Dg del Personale è blindata nella sua azione, visto che la nomina dei Dg esterni, come nel caso di Oppus, è avvenuta tramite contratto che la stessa Cocco ha dovuto firmare dopo il decreto di Solinas.
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Rispetto ai fatti specifici di Sardara, conterà per esempio se per arrivare al banchetto è stata utilizzata o meno l’auto di servizio. Altra questione importante è accertare se l’uscita dall’ufficio, per raggiungere il pranzo, sia stata giustificata come “missione“. Insomma, tanti aspetti che la Direzione del personale dovrà tenere in considerazione. Anche perché a ciascuna sanzione corrisponde un precisa condotta. Nulla potrà essere lasciato al caso. Non si tratta certo di valutazioni sommarie, sull’ondata del fastidio dell’opinione pubblica, come voleva fare Solinas aspettando l’approvazione del Dl 107.
Non appena verranno formulate le ‘accuse’ contro i manager, gli invitati al pranzo di Sardara dovranno rispettare precise scadenze entro le quali contestare gli addebiti. La Giunta entrerà in gioco solo alla fine del procedimento, perché in base al comma 7 dell’articolo 50 della legge 31 spetta all’Esecutivo (o al Consiglio di amministrazione del relativo ente) “irrogare le sanzioni nei confronti dei dirigenti”.
Alessandra Carta
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