Sardegna senza metano. Il Pd: “Lo Stato risarcisca 400 milioni annui”

La proposta Dem sarà discussa nella Direzione regionale di lunedì 18 aprile.

Sull’energia, la Sardegna batte cassa a Roma. E sono 400 i milioni che il Pd vuole chiedere allo Stato per la mancata metanizzazione dell’Isola che, su tutto, sta comportando “maggiori emissioni di Co2, cresciute del 7 per cento dal ’90 a oggi”, per il quasi esclusivo utilizzo di combustibili fossili come fonte primaria.

Porta la firma della segreteria regionale di Renato Soru, la mano dura che il Pd è deciso a suggerire alla Giunta e al resto della maggioranza in Consiglio. Per lunedì 18 è convocata la Direzione regionale, a Oristano. All’ordine del giorno, un solo punto: l’energia, tra paradossi sardi, scommesse e prospettive future, così come i Dem ne hanno discusso al Lazzaretto di Cagliari il 18 aprile scorso, con quattro tavoli diventati l’obiettivo “Sardegna Carbon free 2040” e la certezza che “bisogna puntare su un mix energetico nel quale il metano deve occupare un ruolo chiave”.

I 400 milioni di compensazione economica per la mancata metanizzazione sono stati calcolati in base al numero di famiglie e di imprese, quindi prendendo a riferimento i potenziali consumi. È stato stimato che “in Sardegna, a regime, la domanda di metano si dovrebbe attestare tra i 250 e i 400 milioni di metri cubi annui“, si legge ancora nel documento del Lazzaretto convertito nel manifesto politico del Pd in tema di energia.

Per lunedì è attesa l’approvazione unanime del documento. Dopo di che, dovrebbe aprirsi il dibattito in maggioranza per assegnare alla giunta di Francesco Pigliaru il mandato di rivendicare quei 400 milioni.

La posta in gioco è altissima. Ma si sposa bene con il cronoprogramma scritto lo scorso 21 ottobre nella delibera 41/3: l’Esecutivo ha deciso di lavorare al nuovo Pears (Piano energetico ambientale regionale), dopo l’uscita dal Galsi , il progetto del metanodotto italo-algerino che avrebbe richiesto lunghissimi tempi di realizzazione. Nella spa, attraverso il suo braccio economico Sfirs, la Sardegna deteneva l’11,6 per cento di quote cedute a maggio 2014, prima del cosiddetto Fid (decisione finale di investimento), quindi senza pagare alcuna penale. Fu in quell’occasione che il governatore insieme agli assessori Raffaele Paci (Programmazione) e Maria Grazia Piras (Industria) ufficializzarono la volontà di assegnare a un advisor internazionale il compito di studiare le alternative al tubo sottomarino.

Per la metanizzazione, sul piatto della Regione ci sono 660 milioni che la Giunta ha sempre detto di “voler mettere a correre”. Ma soprattutto esiste il Piano Juncher per la crescita, a cui Soru, da parlamentare Ue, guarda per candidare la Sardegna a “Regione d’Europa dove l’energia diventa intelligente”. Il PJ vale 315 miliardi finali con un capitale iniziale di 21.

Nel Pd il dibattito resta aperto solo sulla modalità dello stoccaggio. Le opzioni sono due: i rigassificatori, come nella proposta del consigliere regionale Cesare Moriconi, e i depositi costieri. Ma “l’approvvigionamento via mare” utilizzando “Gas naturale liquido” è una soluzione ugualmente condivisa. Lunedì si capirà meglio come il partito intende procedere. Il dato politico è che, al momento, i Dem marciano uniti, oltre le correnti, come non si vedeva da tempo.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

Leggi anche: Energia, il manifesto Dem: “Entro il 2040 la Sardegna libera dal carbone”

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share