I militanti di Fi – una trentina in tutto – erano accorsi al centro polivalente “Il Redentore”, dirimpetto alla statale 131 fra Sardara e Uras.
La Santanchè ufficialmente non è arrivata per problemi di famiglia, in realtà, secondo i più informati, per evitare di trovarsi faccia a faccia coi militanti di Italia dei Valori, pronti ad organizzare un comitato di ricevimento tutt’altro che benevolo.
I contestatori, circa una decina, avevano preparato anche un mazzo di rose rosse e il fac-simile di un assegno bancario dell’importo di 141 euro e qualche spicciolo riferito alla somma che la parlamentare aveva ottenuto dalla Giunta Cappellacci per inserti sulla Sardegna da pubblicare, attraverso la sua agenzia pubblicitaria, su alcuni quotidiani e periodici nazionali.
“E’ vergognoso che il sodalizio affaristico Santanchè-Cappellacci – aveva sottolineato Mascia – cominci la campagna elettorale nel tratto di Sardara della statale 131 dove migliaia di persone realizzarono anni addietro una chilometrica catena umana per rivendicare l’eliminazione degli svincoli della morte e la messa in sicurezza della più trafficata strada della Sardegna. Perchè non è stato dato appuntamento ai propri sostenitori nel tratto fra Serrenti e Sanluri, cantiere della vergogna emblema del fallimento di Cappellacci in tema di viabilità e trasporti?”.
A gestire la manifestazione flop è stato l’ex sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino.