Un nuovo San Raffaele? Olbia candida altre aree

Il San Raffaele potrebbe restare un rudere. Ma l’ospedale targato Qatar e Bambin Gesù a Olbia si costruirà lo stesso. Ieri il rappresentante della Qatar Foundation of Endowment e il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, si sono sentiti: il Comune è pronto a cedere altre aree per la costruzione del nuovo ospedale. Tutto questo dopo che il Qatar è rimasto ancora una volta spiazzato dai ritardi nella conclusione dell’acquisizione di aree ed edificio dalla curatela fallimentare della Fondazione Monte Tabor di Don Verzè. Ieri l’incontro a Milano e l’ennesimo rinvio. La procedura fallimentare e le banche (Sardaleasing è la capofila del pool di istituti di credito interessati) non avrebbero ancora raggiunto un accordo che soddisfi le pretese economiche delle parti in gioco: gli istituti di credito ma anche i creditori coinvolti dal fallimento. Il Qatar vuole la piena proprietà di edificio e terreni per dare il via ai lavori. La data per l’apertura dell’ospedale è fissata per il primo marzo. L’offerta della Qatar Foundation of Endowment per acquistare il complesso del San Raffaele è di 35 milioni di euro, considerata molto più bassa dei 53 milioni di euro che una perizia del tribunale di Milano, tre anni fa, attribuiva come valore all’edificio. Valore che allo stesso tempo è inferiore al credito che le banche vantano nei confronti della Monte Tabor. Da qui lo stop alla procedura e all’acquisizione dei terreni e dello stabile da parte del Qatar

Le posizioni sembrano ancora lontane e soprattutto l’elemento tempo è fondamentale. Il Qatar non è più disposto ad aspettare. Dunque l’ipotesi di uno spostamento dell’investimento su altri terreni diventa fondamentale. “Qui abbiamo un contenzioso fra la procedura fallimentare e le banche che non si mettono d’accordo – spiega Lucio Rispo, rappresentante del Qatar – noi pensiamo che questo comportamento non sia legale dopo le intese intercorse ad agosto, e che comunque non abbiamo davanti persone con le quali si possono fare affari”. Parole durissime che indicano come la situazione sia arrivata quasi a un punto di rottura. “Siamo pronti ad acquistare altri terreni, abbiamo perso due anni – continua Rispo – perché quando parliamo dell’area del San Raffaele parliamo di un sito a rischio idrogeologico che implicherà costi per decine di milioni di euro in opere per la messa in sicurezza, almeno 60 milioni di euro per la ristrutturazione dell’edificio. Sono convinti di avere in mano un gioiello, ma non si rendono conto di che cosa è. Forse non l’hanno mai nemmeno visitato”.

A stretto giro di posta sulla vicenda interviene anche il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, che dopo l’ennesimo rinvio dei curatori fallimentari a Milano, è rimasto in costante contatto telefonico con Lucio Rispo. “Fermo restando che il Comune ha avviato tutte le procedure di esproprio dei terreni e stiamo accelerando per l’acquisizione dei terreni e dei beni ai prezzi periziati, al fine di soddisfare un interesse pubblico – spiega Giovannelli – siamo anche pronti ad accogliere la volontà del Qatar per trovare altre aree dove costruire l’ospedale”. Il sindaco non vuol lasciare nulla di intentato, il Comune non può permettersi di perdere un’occasione storica. “Non lasceremo nulla di intentato – conclude il sindaco di Olbia – vogliamo chiudere la partita per il nuovo San Raffaele e abbiamo aree che possiamo destinare alla nuova struttura”.

Il rischio più concreto ora è che la curatela fallimentare resti con un pugno di mosche in mano. Se il Qatar ritira l’offerta e trova nuove aree, banche e creditori non potranno ricavare più nulla. Perché la Qatar Foundation è pronta a percorrere vie diverse. E la destinazione d’uso blindata dal Comune per il San Raffaele e le sue aree prevede esclusivamente la possibilità di costruire un ospedale. Niente alberghi o speculazione edilizia. Il Comune di Olbia fino ad oggi ha appoggiato con totale convinzione il progetto presentato dalla cordata guidata da QF e Bambin Gesù. E gli investitori arabi sarebbero pronti a un piano B. In caso di mancato accordo costruirebbero in altri terreni. La cifra iniziale stanziata per mettere a norma l’ex San Raffaele era intorno ai 50 milioni di euro, ma da una prima stima i costi sarebbero lievitati, una cifra che si aggira tra i 60 e gli 80 milioni di euro. A questo va aggiunto il costo per acquistare l’edificio.

Il Qf potrebbe dunque accordarsi con il Comune e chiede altri terreni su cui investire 1,2 miliardi di euro per costruire la struttura di eccellenza. “I curatori fallimentari ne risponderanno al comitato di creditori e le banche ai loro azionisti – dichiara Lucio Rispo, plenipotenziario della QF – noi abbiamo presentato una richiesta ufficiale al sindaco di Olbia per poter acquistare nuovi terreni”.

Giandomenico Mele

 

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