Rimpasto in Giunta, i partiti a Pigliaru: “Serve più confronto”

Si registra una prima convergenza nel centrosinistra: è opinione condivisa che “sia necessaria una maggioranza concertazione”.

Si rileva una prima convergenza nel centrosinistra, dopo la spaccatura aperta sulla questione del rimpasto in Giunta. A sentire le fazioni opposte, emergenza la volontà di “una maggiore concertazione“. Del resto, il vertice di coalizione convocato il 13 aprile scorso dal segretario del Pd, Renato Soru, è stato il primo dall’inizio della legislatura. Ovvero, marzo 2014.

Dunque, si fanno più corte le distanze tra le forze del centrosinistra ora che il dibattito sul possibile rimpasto dell’Esecutivo è entrato nell’agenda politica della Regione, sebbene il paletto del presidente Francesco Pigliaru sia stato netto. “Decido io”, ha detto il governatore sabato scorso, dopo che, il giorno prima, Soru, aveva parlato di “rimpasto certo” commentando il suo incontro col capo della Giunta.

E proprio dal fronte soriano arriva l’indiscrezione sulla posizione concordata dal segretario e dai suoi. La componente Dem non accetterà più che l’Esecutivo governi senza consultare prima i partiti. E infatti: dal Piano di dimensionamento scolastico in poi, è stato un bagno di sangue nel centrosinistra. Proprio sulla cancellazione delle pluriclassi, osteggiata dai soriani, la Giunta alla fine ha fatto dovuto marcia indietro. I problemi non sono mancati nemmeno sulla Legge Casa, l’approvazione è arrivata con molto ritardo rispetto alla tabella di marcia. E anche in questo caso a puntare i piedi, chiedendo tutta una serie di correzioni, è stato il leader dei Dem.

Di più: i soriani non hanno digerito neppure la decisione “solitaria” della Giunta (con questa parola esatta viene bollata), di procedere su Tossilo per l’ampliamento dell’inceneritore, altro fronte di scontro all’interno del centrosinistra. Ma all’ordine del giorno ci sono pure le nuove regole sugli appalti varate dall’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda.

La posizione dei soriani viene accolta con favore da Roberto Capelli, il deputato leader del Centro Democratico, l’unico che in queste ultime due settimane ha rilasciato dichiarazioni sulle frizioni in maggioranza. Non solo: Capelli si è schierato sempre dalla parte di Pigliaru, sottolineando che “ogni eventuale decisione sul rimpasto spetta unicamente al Presidente della Regione“, il solo al quale il Cd “riconosce il potere di convocare la maggioranza”.

Fatto sta che Capelli commenta: “Rilevo con piacere che alcune forze politiche del centrosinistra stanno rivedendo le proprie posizioni rispetto al passato e avvertono il bisogno della concertazione. Il Centro Democratico ha sempre ritenuto che questo metodo sia sostanza”.

Capelli si ferma lì. Ma il riferimento, evidentemente, è tutto per Soru che da governatore decideva senza convocare i partiti, fino alla crisi sfociata nella fine anticipata di quella legislatura. Tanto che Soru fece praticamente da solo la campagna elettorale del 2009, conclusa non a caso con la vittoria di Ugo Cappellacci. Si parlò di “reciproco tradimento” nel centrosinistra.

I partiti di maggioranza potrebbero riunirsi nuovamente la prossima settimana. E stavolta a convocarli dovrebbe essere Pigliaru. Non fosse altro che la Giunta sta lavorando su altre questioni chiave per il rilancio dell’economia sarda e più in generale sulla programmazione. Su tutto va affrontata la questione della metanizzazione, ma c’è pure il riordino degli Enti locali, altro tema che potrebbe spaccare la maggioranza senza un preventivo confronto.

Ancora: questi ultimi mesi di legislatura hanno dimostrato che, senza concertazione, la velocità della Giunta nell’approvare i disegni di legge viene azzerata prima dalle commissioni consiliari e poi durante i lavori dell’Aula.

Infine si rileva la posizione dei RossoMori che proprio nella riunione di Soru, il 13 aprile scorso, avevano dimostrato di essere in perfetta sintonia col segretario Dem. Ma questa collocazione non piace al partito che in una nota parla di inutilità nel “dividere la coalizione tra fedeli di Pigliaru e di Soru”. E aggiungono: “In maggioranza serve creare un clima di reciproco rispetto e di costruttiva fiducia”. Quindi l’ultima sottolineatura: “Non è in discussione la lealtà dei RossoMori né al presidente della Regione né all’intero centrosinistra”.

In questo quadro, com’era prevedibile, passano in secondo piano i nomi dei possibili assessori che rischiano di essere mandati a casa. Ma è difficile che un confronto così serrato non porti a qualche sostituzione nella squadra di governo.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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