Rete ospedaliera, Pd e alleati alla resa dei conti: voto nel pomeriggio

Sarà il pomeriggio della resa dei conti per la maggioranza di centrosinistra alla guida della Regione: in Consiglio, intorno alle 17, è atteso il voto su uno dei capitoli più importanti della riforma della rete ospedaliera, il numero sei, dedicato al “Modello di riferimento e obiettivi del riordino” e nel quale vengono definite per ogni struttura sanitaria la classificazione con le relative specialità mediche previste.

Il casus belli che fa più rumore riguarda il Nostra Signora della Mercede, a Lanusei, che dopo lunghissime trattative ha ottenuto la promozione da nodo della rete ospedaliera a Dea di primo livello per le emergenze/urgenze, constestualmente all’avvio dell’Areus, la nuova azienda sanitaria del 118. Ma la soluzione non piace al territorio che vuole ottenere la categoria Dea per tutte le specialità mediche. Sta guidando la rivolta il consigliere regionale Franco Sabatini, il presidente dem della commissione Bilancio. Suo l’emendamento che verrà discusso oggi in Aula e messo ai voti.

Un altro nodo che divide la maggioranza è relativo all’ospedale civile di Alghero che passerà a Dea di primo livello nel 2018 con il potenziamento della Rianimazione. Per favorire questa soluzione era stato studiato un accorpamento amministrativo con il Segni di Ozieri, classificato come stabilimento di base. Ma poi tra le due strutture sanitarie si è aperto uno scontro. Per cui anche Ozieri vuole la sua promozione, in questo caso a nodo della rete ospedaliera. Rispetto alla bozza di riforma discussa in commissione Sanità, per Alghero cambia anche il monitoraggio di sei mesi: era previsto prima della promozione a Dea. Invece, se passa l’emendamento, verrà fatto dopo.

A dividere la maggioranza anche il punto nascita di La Maddalena che conta 167 parti all’anno. È cioè molto sotto la soglia dei 500 previsti dal decreto ministeriale 70 perché un reparto di ostetricia possa essere considerato sicuro. In queste ore e sino alla seduta del Consiglio che comincia alle 15,30, la maggioranza sta trattando. Nella bozza di riforma passata in commissione Sanità, figura la soppressione del reparto contestualmente all’avvio del servizio di elisoccorso. L’emendamento anti-chiusura l’ha presentato il consigliere regionale eletto nell’isola, Pier Franco Zanchetta (Upc).

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Altro nodo gli ospedali Marino e San Giovanni di Dio a Cagliari: il primo verrebbe convertito in struttura riabilitativa. Ma la soluzione non piace al sindaco Massimo Zedda. Anche su questo punto è in corso un confronto nel centrosinistra. Trattativa aperta pure per decidere il futuro del San Giovanni di Dio, perché non diventi un “satellite” del Policlinico di Monserrato, è la richiesta.

Il consigliere regionale Gigi Ruggeri è il relatore di maggioranza della riforma: suo il compito, come succede da mesi, di provare a mettere d’accordo tutti. Perché il riordino della rete ospedaliera non è solo una questione organizzativa: la Giunta, che su proposta dell’assessore Luigi Arru ha approvato il ddl a luglio 2015, vuole anche tagliare sprechi e costi (leggi qui). E si tratta di due obiettivi che rischiano di non essere raggiunti se ogni singolo territorio, uscendo dalla logica di rete prevista nella riforma, non accetta di perdere specialità che verrebbero erogate nelle strutture sanitarie più vicine. Localmente, invece, la riorganizzazione punta a potenziare l’assistenza con gli ospedali di comunità e la medicina cosiddetta territoriale. Ma questo approccio, passati due anni dal voto della Giunta, non convince più una parte del centrosinistra. (al. car.)

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