Posti letto in Sardegna, unica certezza nella partita della rete ospedaliera

È un documento di 146 pagine quello che raccoglie la rete ospedaliera della Sardegna, una nuova organizzazione che da due anni sta dividendo la maggioranza di centrosinistra in Regione. E non è ancora finita, visto il supplemento di incontri programmati in questi giorni (leggi qui), in attesa della prima seduta in Consiglio prevista per il 26 settembre e alla quale seguirà subito un rinvio al 3 ottobre dopo la discussione generale. Al momento si può dire che esista un solo punto fermo: sono i posti letto totali che nell’Isola saranno 5.790 contro gli attuali 5.901, con un taglio dell’1,88 per cento.

Sardinia Post già ad agosto 2015 aveva spiegato come sarebbe cambiata la mappa dei letti a disposizione negli ospedali, in base al ddl che la Giunta di Francesco Pigliaru aveva approvato a fine luglio su proposta dell’assessore alla Sanità, Luigi Arru, e da cui hanno preso avvio questi due anni di discussioni e scontri. Rispetto a quello schema, ci sono state minime variazioni perché la Sardegna non può non allinearsi agli standard nazionali del decreto ministeriale 70/2015 che prevede 3,7 posti letto ogni letto ogni mille abitanti: la media isolana è oggi al 3,55, ma con forti squilibri territoriali tra zone sovradimensionate e altre decisamente sotto soglia.

Le prime due aree geografiche che perderanno posti letto, perché ne hanno troppi, sono Cagliari e Sassari, indicate come Sud-Est e Nord-Ovest nella tabella 7.1 del documento sulla nuova rete ospedaliera. Cagliari avrà in tutto 2.437 posti letto (contro i 2.602 attuali), e di questi 420 saranno per le cosiddette post acuzie, cioè la cura dei pazienti cronici. A Sassari si scenderà da 1.307 a 1.098 (di cui 143 per post acuti). La popolazione di riferimento è a quota 560.827 nel Sud-Est e a 335.097 nel Nord-Ovest: ogni mille abitanti si contano rispettivamente 4,64 posti letto e 3,90, con una media definita “fuori controllo”.

Sovradimensionato, seppure di poco, è anche il Sulcis che ha un bacino demografico di 128.551 residenti e 323 posti letto: ne verranno tagliati sei, fermando il conto a 317 (di cui 53 per post acuti).

Il riequilibrio previsto nel testo normativo permetterà alla Gallura e al Medio Campidano di recuperare lo storico gap che per decenni ha trasformato i due territori nelle Cenerentole sarde della sanità: l’ex provincia di Olbia-Tempio arriverà a 540 posti letto (di cui 141 per post acuti) contro i 356 attuali, che equivalgono al 2,25 ogni mille abitanti; a Sanluri-Villacidro si passerà da 176 a 212 (di cui 26 per post acuti), mettendo così fine al record negativo che faceva contare nel territorio il più basso rapporto tra posti letto e abitanti pari a 1,75. In Gallura vivono in 158.518, nel Medio Campidano in 100.676.

A guadagnare posti letto sarà pure il Nuorese (158.980 residenti): si passerà da 442 a 485 (di cui 59 per post acuzie) con una media del 3,05 ogni mille abitanti (quella attuale è al 2,78). Aumento minimo anche in Ogliastra (popolazione a quota 57.699): da 175 a 181 posti letto, di cui 66 per post acuti.

Nessuna variazione, invece, per l’Oristanese (quota 163.511 residenti): qui i posti letto resteranno 520, che corrispondono al 3,18 ogni mille abitanti.

Gigi Ruggeri, consigliere regionale del Pd, è il relatore di maggioranza della legge sulla rete ospedaliera nonché uno dei sei dem che forma il Comitato per la Sanità del partito. Sulla trattativa non ancora chiusa nel centrosinistra e sul confronto aperto coi sindaci, dice: “Ci sono margini per venire incontro alle legittime richieste degli amministratori locali. Ogni strada è invece sbarrata ai tentativi di difendere rendite di posizione che non hanno più ragione di esistere: bisogna aderire al cambiamento della sanità sarda, lo spreco di risorse è un’età dell’oro che non si è tradotta in risposte positive ai bisogni di assistenza”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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