Chiuse le Comunali i partiti chiedono rimpasto in Giunta: gli assessori a rischio

Chiuse le urne delle Comunali, il rimpasto in Giunta è schizzato in cima all’agenda politica sarda. Oggi la risposta del presidente Francesco Pigliaru.

Chiuse le urne delle Comunali 2016 (qui l’editoriale firmato dal direttore di Sardinia Post), il rimpasto in Giunta è schizzato in cima all’agenda politica sarda: i partiti, con distinguo, spingono per un check della squadra, anche in coincidenza col giro di boa di metà legislatura (leggi le rivendicazioni). Tanto che il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, dovrebbe scrivere oggi una riflessione sul voto delle Amministrative.

La nota del governatore – annunciata dall’Ansa – è attesissima. Per una ragione su tutte: solo il capo della Giunta può dare il via libera al rimpasto e deciderne quindi i tempi. Non che i partiti abbiamo un ruolo e un peso secondari, ma Pigliaru sa bene di non poter fare l’errore di prendere ordini dalle segreterie regionali, perché ciò sarebbe segno di debolezza. Un rischio, questo, già emerso un anno fa quando le staffette degli assessori le aveva chieste l’allora leader del Pd, Renato Soru, e la risposta di Pigliaru era stata a muso duro. “Decido io“, aveva replicato il governatore.

Stavolta il quadro è differente: a pesare sono i risultati delle Comunali (qui il resoconto) e i partiti credono che sulle sconfitte del centrosinistra a Olbia, Carbonia e Monserrato abbia inciso anche il governo della Regione. Certo, una stranezza emerge: a leggere le reazioni di alcuni esponenti della maggioranza (qui le posizioni), sembra che i partiti siano una cosa diversa rispetto all’Esecutivo, quando invece gli assessori sono espressione delle stesse forze politiche che sollecitano il rimpasto.

Fatto sta che nomi se ne fanno e si ragiona sul possibile nuovo quadro di governo, sempre da dodici. Il primo paletto pare lo abbia messo lo stesso Pigliaru che considererebbe intoccabili i tre assessori da lui indicati nel 2014. Ovvero Raffaele Paci (Programmazione), Luigi Arru (Sanità) e Donatella Spano (Ambiente).

Per contro c’è un pezzo di Pd, cioè l’ala ex Ds e renziana, che sollecita un assessorato in più oltre quello al Lavoro attualmente occupato da Virginia Mura. La quale è la bandiera dem della Giunta insieme Gianmario Demuro (Riforme) di area Soru, a Cristiano Erriu (Urbanistica ed Enti locali) espressione della corrente Fadda e al cabrasiano Massimo Deiana (Trasporti).

La richiesta dell’ex minoranza dem congressuale di avere una casella in più nell’Esecutivo appare strana rispetto al risultato ottenuto dal Pd alle Comunali: il partito, come noto, ha vinto solo a Cagliari, in alleanza con Massimo Zedda, e a Capoterra con Francesco Dessì.  Non solo: guardando i consiglieri eletti, proprio questa componente interna non si è distinta per seggi conquistati e alla stessa area è ascrivibile pure la sconfitta a Villacidro, il più grande tra i Comuni sotto i 15mila abitanti andati al voto il 5 giugno.

Tra gli attuali assessori dem, Demuro è quello che rischia di più. Lo si capisce dalla dichiarazione di Pietro Cocco, il soriano capogruppo in Consiglio regionale che chiede il tagliando dell’Esecutivo (leggi qui). E siccome la sua area può decidere solo sui propri rappresentanti, tutto fa pensare a una certa distanza tra il titolare delle Riforme e gli stessi soriani. Erriu, invece, può dormire sonni tranquilli: è l’uomo più forte della corrente di Paolo Fadda. Sulla carta, sempre per logiche interne alle componenti interni, non sono in pericolo nemmeno Deiana e la Mura.

Tuttavia, se il Pd rivendica un assessorato in più, lo deve per forza strappare a qualche altro partito: in ambienti dem si guarda all’Upc che, due anni fa, in alleanza con La Base, Idv e Socialisti, aveva ottenuto la delega all’Industria, data a Maria Grazia Piras. Ma quel raggruppamento di forze politiche, chiamato allora Sardegna Vera, non esiste più. Si aggiunga che per l’Upc il risultato elettorale delle Comunali è stato deludente.

Sempre con riferimento alle Comunali appena chiuse, nemmeno i RossoMori hanno brillato. E proprio per questo se ci sono assessorati da liberare, non fa eccezione Elisabetta Falchi, titolare dell’Agricoltura. Tuttavia è difficile immaginare, se non al prezzo di uno scontro altissimo, che i RossoMori facciano un passo indietro. Stesso ragionamento per il Centro Democratico, rappresentato in Giunta da Francesco Morandi (Turismo) e uscito abbastanza a pezzi da queste Comunali 2016.

Sel, al contrario, sul rimpasto sta facendo la voce grossa col senatore Luciano Uras, vista anche la vittoria di Matteo Aledda a Sinnai e non solo quella di Zedda a Cagliari. Sel punta infatti a raddoppiare la presenza in Giunta, dove attualmente c’è Claudia Firino (Cultura e Pubblica istruzione), scelta nel 2014 proprio da Uras, ma potrebbe essere sostituita. Infine il Partito dei Sardi: nella galassia sovranista è la sola forza che ha retto all’onda d’urto dell’astensionismo e del grillismo. E anzi, è in crescita. Per questo la presenza del Pds in Giunta, con Paolo Maninchedda ai Lavori pubblici, non solo non è in discussione, ma rispetto agli equilibri in maggioranza il partito da un balzo in avanti: col voto delle Comunali è diventato la terza forza del centrosinistra dopo Pd e Sel.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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