Sel: “Potremmo fare un’altra lista…”

Luciano Uras pronto alla rottura col Pd se verrà confermata la candidatura della Barracciu. Il senatore di Sel, insieme al deputato Roberto Capelli, chiede l’immediata convocazione di un vertice.

“Il Pd convochi nelle prossime ore il tavolo del centrosinistra perché si valutino le candidature alla presidenza della Regione”. In calce le firme di Roberto Capelli, deputato-leader del Centro democratico, e quella di Luciano Uras, senatore di Sel, che continuano a non riconoscere la leadership di Francesca Barracciu.

È questo l’ultimo tassello che si aggiunge nel campo del centrosinistra, dove l’eurodeputata vincitrice delle primarie ha chiarito, in un intervista a L’Unione Sarda, di non aver alcuna intenzione di ritirarsi dalla corsa. La Barracciu, insomma, non molla, ma non arretrano  nemmeno gli alleati del Partito democratico.

Uras e Capelli ripropongono lo stesso problema: “Lo scollamento tra le istituzioni e i cittadini che chiedono discontinuità con una classe dirigente travolta dall’inchiesta sui fondi ai gruppi. Un quadro, questo, che per tutti è una responsabilità personale e collettiva e impone di rinnovare i nomi, perché così vogliono gli elettori, gli unici ai quali dobbiamo rendere conto”.

Per domani Silvio Lai, il segretario del Pd sardo, potrebbe convocare i suoi per decidere, definitivamente, sulla candidatura della Barracciu. Anche perché, dopo il vertice di Roma e un sondaggio commissionato da Matteo Renzi, lo stesso neosegretario nazionale sembra intenzionato a “disfarsi” della partita elettorale sarda lasciando ai dirigenti regionali carta bianca.

Capelli non vuole immaginare nemmeno un “Piano B”, cioè una scelta di rottura col Pd nel caso in cui i democratici sardi confermino la Barracciu. “Non è un’ipotesi che prendo in considerazione – spiega il deputato -, il Partito democratico saprà essere includente nell’interesse della Sardegna, individuando un percorso di unità tra tutte le forze del centrosinistra”.

Uras, invece, è più netto: “Noi – dice – abbiamo già celebrato i congressi provinciali, nei quali iscritti e simpatizzanti ci hanno chiesto di ricostruire le fiducia nelle istituzioni. Ciò significa puntare sul cambiamento. Diversamente saremmo costretti, pur con una scelta dolorosa, a percorrere una strada diversa”.

Uras sottolinea ancora:  “Per Sel, il Pd ha il diritto-dovere di indicare il candidato alla presidenza della Regione, ma questo percorso va condiviso. La legge Severino ha introdotto un principio nuovo nelle istituzioni: l’eventuale condanna di un governatore farebbe decadere l’intero Consiglio”.

Il deputato e il senatore puntano su una coalizione del centrosinistra, “allargata a tutte le forze progressiste, democratiche, sovraniste, autonomiste e indipendentiste, alle quali spetterà caricarsi la responsabilità del rilancio economico, non più rinviabile”. Ma con la Barracciu candidata, come lei stessa ha confermato, la porta sarebbe chiusa per il Partito dei Sardi.

Sullo sfondo restano le parole di don Ettore Cannavera che negli ultimi due mesi ha fatto da catalizzatore delle forze anti-Barracciu e che ieri, nella prima giornata del congresso Sel, ha rilanciato la candidatura del deputato vendoliano Michele Piras. La mossa non è piaciuta agli alleati del Pd, specie in questa delicatissima fase, visto che aggiunge carne a un fuoco già scoppiettante di suo. Tanto che lo stesso Uras, benché sia vendoliano come Piras, smonta in fretta la fuga in avanti del sacerdote e chiarisce: “Non ne sapevo nulla, la proposta di don Cannavera non è politica, ma fatta in segno di amicizia”.

Piras però ha smentito “categoricamente” l’ipotesi della sua candidatura: “Ho semplicemente ringraziato Ettore Cannavera via Facebook, perché essere proposto da una persona di quella caratura è per me un motivo grande di orgoglio. Credo che il centrosinistra debba cercare un candidato condiviso e un programma forte e abbiamo sempre detto che questo va individuato nella società e fra le tante personalità eccellenti che popolano il campo della coalizione, possibilmente non nei gruppi dirigenti e istituzionali, dei quali anche io faccio parte. Ogni altra interpretazione delle mie parole è del tutto infondata”.

Per il centrosinistra, una nota positiva viene dal fronte opposto: è in bilico pure la leadership di Ugo Cappellacci, messo alle strette dai Riformatori, per via dei tre processi in cui è imputato. E l’Udc di Giorgio Oppi pare in sintonia.

Alessandra Carta

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