Doccia fredda (romana) per la Barracciu: candidatura in bilico

Arriva un “nì” sul corsa dell’eurodeputata alle Regionali: la Barracciu non è rottamata, ma Renzi, il grande assente al vertice, ha deciso di prendere tempo. Deciderà in settimana.

È doccia fredda romana per Francesca Barracciu: dal vertice tenuto nella Capitale tra Pd nazionale e quello sardo per fare il punto sulle Regionali di febbraio, arriva un “nì” sulla candidatura dell’eurodeputata a governatrice. Questo non significa che la Barracciu sia rottamata, ma Matteo Renzi, il grande assente al tavolo, ha deciso di prendere tempo. Ancora qualche giorno, poi ufficializzerà la decisione. Lo farà comunque entro questa settimana.

È venuto fuori col passare delle ore, il “nì” all’eurodeputata che era presente al vertice insieme al segretario sardo del partito, Silvio Lai. Entrambi si guardano bene dal parlare. Di certo, non c’è stato alcun via libera per la Barracciu, ma nemmeno un “no”. E questo per via dell’inchiesta sui fondi ai gruppi nella quale la Barracciu è indagata per peculato insieme ad altri 63 onorevoli ed ex, tra i quali lo stesso Silvio Lai. 

La strategia dell’attesa – e della verifica in più fasi – è stata voluta dallo stesso Renzi che ha affidato a due fedelissimi l’esame del caso Sardegna. Precisamente a Luca Lotti, il deputato appena nominato responsabile dell’Organizzazione e Stefano Bonaccini, alla guida degli Enti locali. Non fosse altro quelle isolane saranno le prime elezioni regionali col sindaco di Firenze leader del Pd. E il neosegretario vuole portare a casa una vittoria.

Il vertice di Roma, cominciato all’ora di pranzo, è durato un po’ più di sessanta minuti. Per diverse ore si era diffusa la voce che Lotti avrebbe firmato un comunicato per spiegare come fosse andato l’incontro a quattro. Ma dalla segretaria del Pd nazionale non è arrivata alcuna nota e questo, negli ambienti politici sardi, è stato letta come un’ulteriore conferma sulla decisione di congelare la candidatura della Barracciu.

Il “nì” all’eurodeputata ha fatto crescere non poco il fermento tra gli alleati del Pd: il verdetto romano sarà uno spartiacque per la coalizione. Da settimane, Sel, Centro Democratico e RossoMori hanno puntato la prua contro la candidatura della Barracciu, fino a chiederle un passo indietro. Fuori dal tavolo del centrosinistra, ma con un peso sempre maggiore negli assetti dello schieramento, pure don Ettore Cannavera, alla guida dell’associazione politico-culturale “Terra di pace”, si è espresso contro la candidatura della Barracciu,, vincitrice delle primarie sarde lo scorso 30 settembre.

Con l’eurodeputata, oltre al Pd sono invece schierati Upc, Comunisti italiani, socialisti, Verdi e Rifondazione. Ma adesso manca davvero poco al verdetto finale. Un esito sul quale Lai ha fatto scattare il pressing, inviando, nei giorni scorsi, una lettera a Renzi con la quale il segretario sardo gli ha chiesto una mano in vista delle Regionali.

Sul vertice romano un commento arriva da Roberto Capelli, deputato e leader sardo del Centro Democratico, e da Luciano Uras, senatore di Sel. «L’indagine sui fondi ai gruppi – precisano i due – ha coinvolto il Consiglio regionale praticamente nella sua interezza: ciò impone un rinnovamento nella composizione dell’Aula, così come chiede il nostro elettorato».

Uras e Capelli seguono una strada precisa: «Dobbiamo unire la coalizione, non frantumarla. Siamo convinti che con un po’ di buon senso si possa trovare una soluzione ampiamente condivisa e rispettosa della dignità delle persone». Quindi la sottolineatura rivolta al Pd: «Confidiamo nella saggezza e nella freschezza del nuovo Partito democratico che saprà essere includente prima e dopo le elezioni. Perché gli avversari da battere sono altri».

Alessandra Carta

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