Un miliardo da spendere, il Qatar riparte dal San Raffaele di Olbia

Lo sceicco del Qatar non molla la Sardegna: è pronto un miliardo di investimenti. Oggi a Roma la firma dell’accordo. Sarà tavolo a tre con Renzi e Pigliaru.

È fatta: l’ospedale San Raffaele di Olbia può partire. Il Qatar, già proprietario della Costa Smeralda, non molla la Sardegna e anzi alle 18 di oggi lo sceicco Bin Hamad Al Thani firma a Roma l’accordo col premier Matteo Renzi per investire nell’Isola un miliardo di euro. Sarà un tavolo a tre, quello della Capitale, visto che parteciperà e sottoscriverà l’intesa pure il presidente della Regione Francesco Pigliaru. Poi la conferenza stampa, sempre a Palazzo Chigi.

Ad accompagnare l’attesa, una primissima certezza: la famiglia reale di Doha, una dinastia che spende ogni anno, in giro per il mondo, tra i 20 e i 30 miliardi di dollari, punta intanto sulla sanità, su quel palazzone all’ingresso sud di Olbia pensato da don Verzé negli anni Ottanta, costruito quattro lustri dopo e mai aperto per via del buco milionario lasciato proprio dal prete-manager, morto il 31 dicembre 2011. In totale, 284 posti letto tra assistenza convenzionata, quindi pubblica, e una parte privata da realizzare attraverso una clinica a pagamento. E poi un centro ricerche ad altissima specializzazione. A conti fatti, tre diversi asset già previsti nel progetto originario e che dovrebbero essere recuperati tutti dal Qatar investment authority (Qia). Ovvero, il fondo sovrano della famiglia che nei mercati interviene materialmente attraverso la Qatar holing, capofila societaria dei business reali.

I dettagli sull’operazione del San Raffaele si conosceranno soltanto questa sera, a cominciare dal numero esatto dei posti letto intorno ai quali Pigliaru potrebbe giocare la sua partita da governatore. Per una legge nazionale, infatti, a ogni Regione viene assegnato un tetto massimo di stanze, calcolato in base alla popolazione. Aprire la struttura di Olbia, significherebbe per la Sardegna limitare (o ridurre) i posti letto altrove. Ma se Renzi concedesse una deroga governativa, vista l’emergenza economica dell’Isola, il problema della compensazione sarebbe risolto. Del resto, proprio per evitare tagli in altre province, il San Raffaele di Olbia non ha mai ottenuto l’accreditamento da parte delle diverse Giunte regionali. Il rischio era che si scatenasse una battaglia tutta sarda della sanità.

Pigliaru, dunque, nella sua missione romana potrebbe strappare a Renzi un via libera storico anche sul terreno politico, visto che un miliardo di investimenti sono di per sé un traguardo economico. Salvo cambi dell’ultima ora, il Raffaele dovrebbe avere una doppia gestione: il gruppo Qatar da una parte, con la Qatar Foundation Endowment, e l’ospedale Bambin Gesù dall’altra, prevedendo anche un reparto pediatrico all’avanguardia. Quanto al centro di ricerche non si conoscono ancora i particolari, mentre è probabile che le specializzazioni mediche da attivare al San Raffaele siano quelle assenti nell’ospedale pubblico di Olbia. Cioè, neurochirurgia, oculistica e riabilitazione su tutto. Ma questo aspetto è destinato a diventare solo un dettaglio tecnico, se i soldi ci sono. Pigliaru, peraltro, ha già incontrato una volta Lucio Rispo, il responsabile in Italia della Qatar Foundation.

Il palazzone bianco alle porte di Olbia è gestito attualmente dal pool di commissari liquidatori nominato nel 2011 dal tribunale di Milano, quando divenne ufficiale il crac della Fondazione Monte Tabor di don Verzé. La struttura gallurese è di fatto proprietà di alcune società finanziarie, tra cui la Sardaleasing, che concessero al prete manager un mutuo ipotecario da 75 milioni, soldi restituiti solo in parte. C’è anche una base d’asta, già fissata dagli stessi commissari: sono 25 milioni, un’inezia rispetto a quel miliardo di euro che gli Al Thani sono pronti a investire in Sardegna.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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