Province, nessuna certezza. Ancora un rinvio a due giorni dalla scadenza

L’unica certezza sul riordino delle Province è che non c’è certezza sul futuro immediato, cioè dopo il 30 giugno alla scadenza della proroga della leggina sulla province. Così si spiega il rinvio del Consiglio regionale a domani (alle 10) sulla legge di riordino degli enti della Sardegna, quattro dei quali (Olbia, Ogliastra, Carbonia Iglesias e Medio Campidano) sono state abrogate con un referendum, ormai più di un anno fa.

Lo scenario. Le ipotesi in campo restano tre: commissariamento delle otto Province, commissariamento solo delle nuove Province (quelle abrogate dal referendum) o proroga a scadenza naturale che eviterebbe anche i diversi ricorsi annunciati dall’Unione province sarde e dai consiglieri provinciali in maniera bipartisan. Si parla anche si una mini proroga della legge per approvare il riordino degli enti locali nell’Isola. Questa mattina riunioni di gruppo, mentre questa sera, alle 17, nella sede del Pdl, maggioranza e opposizione cercheranno di trovare un percorso condiviso per evitare di non pagare gli stipendi o erogare i servizi dal primo luglio.

Silvio Lai (Pd): “La Regione latita”. “Mentre la maggioranza non fa la maggioranza e il presidente Cappellacci fa propaganda sui più disparati temi, i dipendenti delle Province, le imprese che con esse operano, gli enti collegati sono appesi a un filo, in attesa di conoscere cosa accadrà dal primo luglio. La verità è che, al di là degli slogan, quando si devono fare proposte concrete di riforma, Cappellacci e la sua maggioranza sono latitanti”. Così il segretario regionale del Partito democratico, Silvio Lai, interviene sulla riforma delle province.

“Qual è la proposta della Giunta e della maggioranza per la riforma degli enti locali? – domanda Lai – lo chiedo pubblicamente perché le indiscrezioni di un decreto di scioglimento delle province, oltre ad essere ai limite della legalità, nasconde il fatto che non esiste un accordo nel centrodestra sui nuovi poteri degli enti locali, altrimenti alle province si sarebbe già dato il compito di liquidare il patrimonio e passare le consegne ai nuovi titolari delle funzioni. I Riformatori propongono di riportare alla Regione competenze decentrate in passato in un nuovo disegna accentratore – conclude l’esponente del Pd – la Giunta ha prima ipotizzato un disegno con cinque province e un’ area metropolitana e poi ha fatto marcia indietro per la contrarietà della maggioranza”.

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