Primarie Quartu, Fiermonte (Verdi) contro tre Pd: “Siamo l’alternativa”

Alle primarie del 22 febbraio Francesco Fiermonte (Verdi) sfida tre democratici. “Ecco il mio programma”.

L’ambientalista dei Verdi sfida tre democratici. È questo il quadro politico delle primarie a Quartu, quando mancano quattro giorni all’apertura delle urne. E Francesco Fiermonte una frecciata la rifila agli avversari del Pd, “il partito delle diatribe interne”, lo bolla l’aspirante candidato sindaco per la coalizione di centrosinistra. Gli altri sono Stefano Delunas, Andrea Piani e Francesco Piludu. Fiermonte ha 58 anni e lavora al ministero dell’Interno a Cagliari, dove è responsabile del settore Infrastrutture.

Fiermonte, con quale slogan si sta presentando alle primarie?

Ne ho scelti quattro: “Strade ai deboli“, “Vita degna“, “Ricominciamo da Quartu” e “Podemos, sì Podemos“.

Con Podemos ha deciso di rendere omaggio agli Indignados della Spagna?

Ho scelto di rappresentare il senso di riscatto che deve partire da Quartu.

Riscatto da cosa?

Basta guardarsi in giro: i cittadini sono arrabbiati, si sentono saccheggiati e abbandonati. E non si può dare loro torto. Bisogna ricominciare con un’ottica diversa.

Quale?

Compito di un sindaco è dare prospettive. Nel caso di Quartu mi riferisco, per esempio, alle persone che vivono negli 84mila ettari di litorale, tra gli 80mila di Flumini e i restanti 4mila di San Luca. Lì ci sono le famose strade della morte: le amministrazioni che si sono succedute nel tempo non hanno risolto il problema. Eppure, stupidamente, sborsano un sacco di quattrini per le richieste di risarcimento sugli autoveicoli danneggiati. La lungimiranza non sembra contemplata nel vocabolario della politica.

Lei ha mai fatto l’amministratore?

Sì, in Lombardia, dove per quarant’anni ho vissuto: sono stato consigliere comunale a Carnate e a Calolziocorte. Nove anni fa sono tornato in Sardegna. Sono cagliaritano, ma per lungo tempo ho abitato a Flumini. Sono un quartese a tutti gli effetti. La manifestazione “E…state a Quartu” l’ho riportata io, da presidente di una onlus. L’abbandono delle periferie va risolto. A Flumini l’ex circoscrizione potrebbe essere utilizzata come centro di ascolto per le persone in difficoltà, ma anche come polo per la formazione continua.

Chi la sostiene in queste primarie?

La gente, i cittadini. Ci rivolgiamo a un centrosinistra può ampio del Pd. Nel Partito democratico c’è una situazione di criticità, sia a livello nazionale che locale. Il Pd è la forza politica che ha fatto il Jobs Act, peggiorativo della legge Fornero che invece andava cancellata.

Restando nel perimetro locale: le criticità del Pd quartese quali sarebbero?

Hanno tre candidati. Uno, Stefano Delunas, è appoggiato da tre big. È stato scritto da tutti i giornali: mi riferisco al deputato Marco Meloni, all’attuale consigliere regionale-ex sindaco, Gigi Ruggeri, e anche all’ex primo cittadino Graziano Milia. Per Francesco Pilidu basta dire un solo nome: Dino Puxeddu (lo zio).

E Piani?

La sua situazione è diversa, è una cosa più soft, fuori dal sistema.

Proprio Piani, in un’intervista a Sardinia Post, ha detto che lei si è candidato su invito di Delunas.

Niente di più sbagliato, è una notizia destituita di ogni fondamento: la mia corsa è stata decisa all’unanimità dal direttivo regionale per offrire un’alternativa ai cittadini.

Gli endorsement democratici che lei ha citato sono segno di qualcosa?

Dico solo che il Pd è un partito composito, poliedrico, dove le diatribe interne non mancano. Noi, invece, siamo i Verdi. Vuol dire che non abbiamo la pietra filosofale in mano, men che meno da noi esiste il pensiero unico. Abbiamo due portavoce in ogni Regione: un uomo e una donna, anche per frenare certe spinte misogine della società. In Sardegna ci sono Giovanna Cabiddu e Roberto Copparoni.

Perché dovrebbero votarla?

Sono competente, ho senso pratico, non faccio parte di apparati. Né posso essere tacciato di familismo o nepotismo. Non sono facoltoso. Amo la Sardegna, un immenso museo all’aperto circondato da cristallino mare. Sono un Verde e voglio valorizzare il lavoro green, le spiagge, le zone umide. Bisogna rilanciare il parco di Molentargius. Quartu ha anche necessità di imparzialità amministrativa.

Dove si trovano i soldi?

Vero che siamo in tempo di spending review. Ma l’Unione europea garantisce un’infinità di possibilità, quasi mai sfruttate. Basta guardare cosa è successo a Quartu con le incompiute: ci sono troppi cantieri aperti e fermi, per negligenza o incuria.

Un esempio?

Via dell’Autonomia regionale sarda: una situazione scandalosa. O via San Giovanni, altra realtà dello stesso tipo. Strade della morte. Si aggiungano i cinque sottopassaggi chiusi, sempre nel litorale. Chi è il responsabile?

Chi è?

Nessuno si è mai preoccupato di portare a termine tutti quei lavori. Nel mio programma c’è anche il decentramento amministrativo. A Flumini va dato un assessorato, non basta una delega. Lì serve pure una guardia medica. In tutto il Comune vanno organizzate le case provvisorie per chi non ne ha una, mettendo a disposizione dei cittadini gli immobili dell’amministrazione non utilizzati. Questo parallelamente all’housing sociale, con l’edilizia convenzionata e al cohousing, prevedendo spazi comuni in proprietà private. Non si può prescindere nemmeno dalla realizzazione di un sistema museale. Bisogna valorizzare la rete dei nuraghi. I giovani vanno coinvolti nelle attività turistiche territoriali, uscendo dalla logica dei City angels: non semplici operatori della sicurezza, ma veri e propri custodi delle risorse del territorio.

L’eredità di Contini?

È sotto gli occhi di tutti: qualcuno dice che, forse più di tutti gli altri sindaci, ha mostrato défaillance nel suo operare.

Come si rimedia, in tal caso?

Costruendo anche una democrazia dal basso. Il che vuol dire, per esempio, bilancio comunale partecipativo. Serve un tavolo permanente per le associazioni. E permanente deve essere pure il padiglione espositivo dei prodotti e delle eccellenze quartesi. Vanno realizzate le piste ciclabili. Un Comune ha anche il dovere di sostenere la pratica sportiva che di per sé migliora la qualità della vita, oltre che ridurre i costi della sanità.

Si torna sempre lì: i soldi?

Per il commercio abbiamo in programma la creazione di una moneta elettronica locale, parallela all’euro. Quanto alle spese per le infrastrutture, in cassa ci sarebbero molti più denari, se non venissero utilizzati male.

Un appello agli elettori?

Andate a votare. E lo dico anche ai giovani che, più di tutti, non hanno di che vivere e si vedono costretti a emigrare. Dico loro che prendo l’impegno di attivare politiche per chi è in cerca di occupazione e per quanti il lavoro lo hanno perso. Una cosa è certa: nel nostro programma non ci sono chiacchiere. Di norma sono tutti capaci a fare promesse e a dare virtuali pacche sulle spalle. Noi l’abbiamo messa nero su bianco la costruzione di una vita degna per tutti.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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