Primarie Quartu, Andrea Piani: “Basta con la politica dei padrini”

Si apre con Andrea Piani – 33 anni, bancario – la finestra di Sardinia Post sulle primarie di Quartu per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra.

Si apre con Andrea Piani – 33 anni, bancario (è esperto di investimenti finanziari) – la finestra di Sardinia Post sulle primarie di Quartu. Si vota domenica 22 febbraio, dalle 8 alle 20. Oltre a Piani, sono in corsa altri due democratici, Stefano Delunas e Francesco Pilidu, più l’esponente dei Verdi Francesco Fieramonte. Alle urne si deciderà il candidato sindaco del centrosinistra alle Comunali di primavera. Piani si presenta alle primarie con lo slogan “Un passo avanti”. Non hai mai ricoperto una carica istituzionale, ma politicamente è un renziano della prima ora. Una militanza che lo ha portato a fondare l’associazione Big Bang Sardegna, di cui è tesoriere. Ma nell’Isola coordina pure il Comitato regionale di “Adesso Italia”, altro movimento di sostegno al premier.

Piani, in questa corsa verso le primarie chi la sta sostenendo?

Le associazioni dei cittadini. Io non ho padrini, né quel genere di cose.

Quale genere?

Delunas, uno dei tre candidati Pd, lo vediamo da anni in Comune ed è forse ora di cambiare visione. Piludu, su un altro verso, prosegue una dinastia (è nipote dell’ex consigliere regionale Dino Pusceddu).

Dai toni, il clima è agguerrito. Lei è uno di quelli che ha accusato Delunas di aver chiesto ai Verdi di far candidare Fiermonte?

Nessuno, se non gli interessati, potranno confermare questo. Sta di fatto che la corsa di Fieramonte è venuta fuori quando io e Piludu stavamo raccogliendo le firme per candidarci. E questo ha comportato una variazione del quadro, a esclusivo vantaggio di Delunas. Perché senza l’esponente dei Verdi, a me e Piludu sarebbe bastato ottenere l’appoggio del 3 per cento degli iscritti Pd. Con Fiermonte le primarie sono diventate di coalizione, e non più di partito, e la percentuale è salita al 20. Con questi numeri, solo Delunas, sostenuto dall’apparato, avrebbe potuto presentarsi alle urne. Per fortuna ha prevalso il buon senso: il Pd di Quartu, sebbene schierato con Delunas, ha capito che si sarebbe aperto un caso politico, se avesse respinto le candidatura mia e di Piludu: abbiamo raccolto a testa 500 firme di cittadini. Sarebbe stato uno schiaffo alla partecipazione libera, cioè a quella oltre le tessere.

Perché si è candidato?

Proprio per dare un’alternativa a un certo modo di intendere la politica. Da qualche anno, a Quartu, il Movimento Cinque Stelle è il primo partito. Ciò vuol dire che i cittadini chiedono rinnovamento.

Se questa è la cifra elettorale delle primarie, la vera sfida è tra lei e Pilidu, entrambi renziani.

Francesco lo è diventato quando è affondata la nave Bersani. Ma da uomo delle istituzioni qual è, se credeva in Renzi avrebbe dovuto accogliere dall’inizio la sua proposta politica.

Lei invece è renziano della prima ora.

Non mi piacciono queste categorie, non è che bisogna misurare il grado di purezza. Però, in politica, la coerenza è importante. E se, come ha fatto Pilidu, nel 2013 si fa una battaglia di principi in sostegno a Bersani, poi non si dovrebbe saltare dall’altra parte. Non fosse altro che Renzi ha una visione di partito totalmente diversa rispetto a quella dell’ex segretario.

Il 15 febbraio chi è il più difficile da battere?

Delunas, senza dubbio, avendo le tessere. Potendo contare sullo zoccolo duro di quegli elettori, circa un migliaio, che andranno a votare. Per questo, quanto più la partecipazione sarà ampia, tanto minori saranno le sue possibilità di vittoria. Se tra due settimane si presenteranno alle urne tra le 3mila e le 4mila persone, il verdetto non sarà scontato.

Qual è l’eredità di Contini?

È un’eredità difficile. Il suo mandato credo sia uno dei peggiori che a Quartu si ricordi.

La miglior cosa che ha fatto il sindaco uscente?

Il progetto per lo stadio di Is Arenas.

La peggiore?

Lo stadio di Is Arenas. E lo dico er come hanno gestito la faccenda, il cui epilogo è noto a tutti. Con rara miopia e molta approssimazione, hanno vanificato quella pubblicità che Quartu stava ottenendo le domeniche finendo su Sky. Poi la barzelletta tragicomica.

Se diventasse sindaco, da dove comincerebbe?

Un’amministrazione deve stare al fianco delle aziende e del commercio. Significa difesa del lavoro.

Come si fa a stare accanto alle imprese?

Con la semplificazione amministrativa e con una revisione dei tributi di settore. A Quartu per mettere un tavolino all’aperto, di tassa comunale si spende quanto in piazza San Marco a Venezia. Mi pare che siamo fuori strada.

La grande emergenza di Quartu?

È la cultura. Bisogna aprire musei, creare una rete tra offerte, in supporto ai sistema ricettivo che va ugualmente potenziato. In tal senso non esiste nemmeno un progetto extraurbano. Anzi: Quartu e la sua periferia non sono mai state messe in connessione. Stesso discorso sui trasporti: dalle otto di sera, la città non è più raggiungibile.

Trova che Quartu paghi il prezzo di essere anche una città dormitorio?

Dobbiamo uscire da questa logica, ché è piangersi addosso, e lavorare semmai sulla costruzione di un’identità. Io guardo anche alle occasioni di sviluppo che si possono ricavare non solo da litorale, ma pure dai Sette Fratelli. Va rivista anche la gestione dei centri periferici più grandi, a cominciare da Flumini: lì abitano 20mila persone che per farsi un certificato devono andare a Quartu. Digitalizzare la pubblica amministrazione è un altro obiettivo.

Il terzo punto del suo programma elettorale?

La mobilità sostenibile. A Parigi aumenta il numero di cittadini senza auto. Da noi, e lo si ricava guardando la mattina le macchine in fila in viale Marconi, in ogni vettura viaggia una sola persona. Ci sono tante cose da cambiare. Ma risultano ben identificabili i macro-obiettivi da cui far ripartire lo sviluppo.

Al. Car.
(@alessacart onn Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share