Pluriclassi: da Bortigiadas a Escolca passando per Mogoro. Parlano i sindaci

Sul piano di dimensionamento scolastico, col quale vengono tagliate 29 pluriclassi, parlano i sindaci di Bortigiadas, Escolca e Mogoro.

La Giunta di Francesco Pigliaru tira dritto sul piano di dimensionamento scolastico: non c’è alcuna correzione in vista, filtra dall’assessorato alla Pubblica istruzione, mentre continuano ad arrivare proteste e perplessità dei sindaci, ma anche qualche sostegno netto.

Emiliano Deiana, primo cittadino di Bortigiadas, democratico di ferro, ribadisce la propria opposizione alla scelta di tagliare le 27 pluriclassi. E spiega: “L’operazione andava preceduta in una più ampia analisi”. Una questione di metodo prima di tutto per Deiana che chiede alla Giunta di dire “cosa vuole fare delle aree interne e marginali della Sardegna“. Il sindaco gallurese sposta poi il mirino su una legge per la scuola. “In base all’articolo 5 dello Statuto – va avanti – la Regione ha il potere di definire i parametri in base ai quali organizzare il sistema scolastico, visto che quelli ministeriali non contemplano le peculiarità della nostra Isola. E mi riferisco alla bassa densità di popolazione e alla complessità territoriale, fatta di tanti Comuni e il più delle volte isolati”.

Non è tutto: Deiana è “favorevolissimo alla collaborazione tra Comuni. Ma “l’attuale piano operativo regionale non è preciso sullo sviluppo che la Giunta vuole dare alla Sardegna. Il ragionamento va aperto su una pluralità di servizi che riguardano sì l’istruzione, ma anche i trasporti e la sanità“. Non solo: “Va chiarita una volta per tutte su quale economia si vuole puntare nelle aree interne”.

La scelta di tagliare le pluriclassi secondo lo schema dei 12 chilometri, piace invece a Eugenio Lai (Sel), sindaco di Escolca nonché vicepresidente del Consiglio regionale. “Dobbiamo anche imparare – osserva riferendosi alle proteste dei suoi colleghi primi cittadini – a uscire dalle battaglie di campanile“. Tuttavia pure Lai pone due questioni che coincidono con la posizione di Deiana. “Pur difendendo il piano della giunta Pigliaru, che ha molti elementi di discontinuità rispetto al passato, è necessaria una legge sarda sulla scuola“, una norma in difesa del “diritto all’istruzione e alla sopravvivenza dei Comuni dell’Interno”.

Il vendoliano torna quindi sulla rete che le amministrazioni locali devono poter costruire con l’obiettivo “di garantire il mantenimento di un plesso in ogni Comune“. Lai porta a esempio l’accordo che la sua Giunta ha siglato con Serri, centro limitrofo “col quale alterniamo l’apertura delle elementari”. Ecco infine un altro richiamo all’Esecutivo regionale perché “la viabilità nelle zone montane ha bisogno di interventi che consentano ai bambini di viaggiare in sicurezza”.

A prendere posizione sul piano di dimensionamento scolastico è anche Sandro Broccia, assessore ai Trasporti nella giunta Soru e attuale primo cittadino a Mogoro. Broccia è sorpreso: “Davvero non capisco le polemiche contro il taglio delle pluriclassi. Mi pare che la questione non si ponga nemmeno tra la scelta di un corso tradizionale e a tempo pieno, come deciso dall’Esecutivo Pigliaru, e una didattica che mette insieme bambini di età diversa”. Il piano targato Firino porta “novità positive” a Mogoro nell’organizzazione dell’istruzione. “Dopo tre anni, è stata nuovamente riconosciuta l’autonomia scolastica del nostro istituto comprensivo, unito a quello di Uras. Ciò vuol dire che avremo nuovamente a tempo pieno un segretario amministrativo, non solo un dirigente. Operativamente lavorerà un funzionario che potrà occuparsi di acquistare la carta per fare le fotocopie, ad esempio, o pagare gli stipendi ai supplenti”.

Tornando sulle polemiche seguite al taglio delle pluriclassi, Broccia non usa mezzi termini: “Mi pare che certi sindaci stiano facendo la battaglia sulla pelle dei bambini. Fino a quando sarò io ad amministrare Mogoro, è certo che non sarà attivata alcuna pluriclasse, su cui risultati didattici non soddisfacenti si esprimono gli stessi docenti. Il piano della Giunta rappresenta un salto qualitativo necessario per allontanare la Sardegna dalle ultime posizioni che occupa in tutte le classifiche europee. Non solo in fatto di abbandoni, ma anche nel rapporto tra numero di laureati e popolazione in età da lavoro. Le scuole elementari sono l’imprinting di ogni percorso di studi”.

Sul piano di dimensionamento arriva una nota dal movimento indipendentista Scida. “Siamo alla mortificazione delle scuole sarde, specie quelle delle zone interne, vessate da una legge statale che non tiene conto della particolare situazione della nostra Nazione”, si legge. Quindi la sottolineatura: “Manca un progetto sardocentrico in merito all’educazione nella nostra Isola. Riteniamo che non ci sia altra via se non la lotta dei giovani sardi per la potestà legislativa della Regione in materia di istruzione. Ci uniamo, nel breve termine, alla richiesta di una moratoria sul piano di dimensionamento, affinché i rappresentanti delle comunità lese siano coinvolte per limitare i danni”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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