Non ci saranno marce indietro sul piano di dimensionamento scolastico, quello che dal prossimo settembre taglierà 27 pluriclassi (e non 29, è il conto aggiornato), spalmate in 25 Comuni. La notizia filtra dal palazzo della Pubblicazione istruzione, in viale Trieste a Cagliari, quando ancora le proteste dei sindaci non sono finite. Ciò non significa che l’assessore Claudia Firino (Sel) si sottrarrà al confronto, ma l’impostazione non verrà toccata. E anzi: nei prossimi giorni sarà presentato il Piano sulla dispersione scolastica. In totale, 50 milioni coi quali sarà potenziata l’offerta formativa per provare a ridurre quel 27 per cento di abbandoni (con punte del 31) che assegnano alla Sardegna la maglia nera dell’Italia.
Dunque, sul riassetto del sistema scolastico regionale la Giunta di Francesco Pigliaru rispetterà gli obiettivi scritti nel programma elettorale. Significa appunto sostituzione delle pluriclassi con corsi tradizionali e a tempo pieno. Questo attraverso l’ormai noto schema dei 12 chilometri, creando una rete tra Comuni limitrofi. In particolare, la Regione, con un investimento di 5 milioni, si accollerà l’acquisto di 40 pulmini per trasportare nelle vicine scuole quei bambini che vivono nei 27 centri dove spariscono le pluriclassi, di cui 21 alle elementari e 6 alle medie.
Ciò succederà a Belvì, Martis, Tergu, Padria, Santa Maria Coghinas, Torpè, Cossoine, Codrongianos, Erula, Nughedu San Nicolò, Chilivani, Siligo, Segariu, Piscinas, San Nicolò Gerrei, Gesico, Morgongiori, Siamaggiore, Tramatza, Flussio e Osini. E ancora: Torpè e Codrongianos perdono pure la pluriclasse delle medie, insieme a Santa Maria Coghinas, Villanovafranca, Ballao e Osini.
La cifra politica del duello aperto sulla scuola è che la Giunta non si farà dettare l’agenda dal Pd. I democratici, infatti, sabato scorso si sono riuniti a Tramatza e hanno chiesto un supplemento di confronto. Una posizione, questa, ribadita in un’intervista a Sardinia Post dal responsabile regionale dell’Economia, Andrea Murgia. Ma al momento non sembrano esserci margini di manovra perché l’Esecutivo metta in discussione il taglio di quelle 29 pluriclassi.
Per un altro verso, risulta ridotto il potere dei consiglieri regionali Pd, visto che il piano di dimensionamento non deve essere votato dall’Aula, ma resta esclusivamente un atto programmatorio della Giunta. L’unico passaggio che riguarda l’Assemblea è il parere che deve esprimere la commissione alla Pubblica istruzione. Ma si tratta di una presa d’atto non vincolante, sebbene obbligatoria.
Resta il fatto, come si ripete da più parti, che sul dimensionamento scolastico la Giunta poteva gestire meglio la comunicazione istituzionale. Intanto ha motivato la chiusura delle 29 pluriclassi considerandole un insuccesso didattico, ma per contro ne restano attive 149, in altrettanti centri geograficamente isolati e dove le pluriclassi sono l’unica alternativa alla totale assenza di istruzione. Probabilmente poteva essere aperto un focus diverso puntando sul salto qualitativo che è stato pensato per l’istruzione in quei 27 Comuni delle aree interne, se questo era l’obiettivo come spiegato in seguito dall’assessore Firino (qui l’intervista a Sardinia Post).
Certo è che tra Giunta e Pd non è il miglior periodo, sebbene gli assessorati più importanti siano tutti in mano a democratici: Cristiano Erriu, di area Fadda, guida l’Urbanistica e gli Enti locali; il cabrasiano Massimo Deiana ha in mano i Trasporti; Gianmario Demuro, indicato dalla corrente Soru, è il titolare delle Riforme e degli Enti locali. È infine in quota Pd pure Luigi Arru, l’assessore alla Sanità, voluto in Giunta dallo stesso Pigliaru.
Al. Car.
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