Pd, le urne premiano le correnti Cabras, Soru e Fadda. Ecco chi sale e chi scende

Il Pd ha eletto 18 consiglieri regionali che hanno rimescolato gli equilibri interni: 5 seggi a testa per aree Cabras e Soru, due per quelle di Fadda e Ladu.

Diciotto consiglieri eletti, 150.492 preferenze raccolte, primo partito della Sardegna col 22,06 per cento (senza contare le 12 sezioni ancora da scrutinare, su 1.834). È questo il Pd venuto fuori dalle urne delle Regionali, un Pd che continua a valere due storie diverse: perché se da una parte il voto del 16 febbraio ha spinto il partito verso il governo dell’Isola, dall’altra ha avuto l’effetto di rimescolare gli equilibri interni. Cioè quelle correnti che, tra guerre e pace, si contendono da sempre la leadership. Dopo questa tornata elettorale, tre “cordate” – guidate rispettivamente da Antonello Cabras, Renato Soru e Paolo Fadda – sono andate meglio delle altre, tracciando il perimetro nel quale si muoveranno manovre e assetti non solo della prossima giunta Pigliaru, ma anche del congresso regionale previsto in primavera.

QUADRO GENERALE – La cartina di tornasole per capire chi, tra i capicorrente, ha vinto o perso, è data appunto dai nomi dei diciotto eletti. Aree Cabras e Soru si equivalgono, con cinque onorevoli a testa. Il che, tradotto in assessorati regionali (al Pd complessivamente dovrebbero andarne cinque), significherà due deleghe per ciascuno. Una casella della Giunta andrà invece ai faddiani che in Consiglio regionale hanno conquistato due seggi. Così al pari della corrente del nuorese Tore Ladu che, però, ha preso quasi 1.700 voti in meno. Quindi è fuori dal podio.

AREA CABRAS – Ecco, allora, i dettagli: tra gli onorevoli eletti, al “grande capo” socialista, oggi alla guida della Fondazione Banco di Sardegna, fa intanto riferimento il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau. Di stretta osservanza Cabras è pure Giuseppe Meloni, altro primo cittadino (di Loiri Porto San Paolo) che ha incassato il pieno di preferenze nella lista Pd della Gallura. Stessa fede per l’oristanese Antonio Solinas. Ma con la corrente Cabras stanno dialogando anche altri due neoconsiglieri: il cagliaritano Piero Comandini e la mediocampidanese Rossella Pinna. Comandini è un ex assessore provinciale, fedelissimo dell’ex presidente Graziano Milia. La Pinna, sindaco di Guspini, è invece nata politicamente con un altro big del partito, Siro Marrocu, che l’ha voluta candidare a queste Regionali.

AREA SORU – Il primo tra i soriani che torna in Consiglio regionale è Pietro Cocco, il più votato nel Sulcis. Identica appartenenza per Sandro Collu, sindaco a Sanluri, alla prima legislatura come Salvatore Demontis, eletto a Sassari. Ma in questa campagna elettorale, Soru si è speso pure per il lettiano Gigi Ruggeri, ex primo cittadino di Quartu. Nella corrente che fa riferimento all’ex governatore c’è poi Mario Tendas, vicesindaco di Solarussa, sostenuto alle urne dalla deputata Caterina Pes.

I FADDIANI – Nella quota del potentissimo sottosegretario alla Salute (vicino alla riconferma con Renzi premier) ci sono Cesare Moriconi e Lorenzo Cozzolino, rispettivamente terzo e quarto più votati nella lista Pd a Cagliari. Sia Moriconi che Cozzolino sono due onorevoli uscenti e attraverso la loro riconferma Fadda potrà mettere la propria bandierina anche in Giunta. Tra i papabili circola il nome di Cristiano Erriu, presidente dell’Anci Sardegna (Associazione dei Comuni) nonché sindaco di Santadi.

I FEDELISSIMI DI LADU – In Aula due seggi li potrà vantare pure l’area Ladu che piazza intanto Daniela Forma, una delle outsider del 16 febbraio. L’altro eletto è Franco Sabatini, unico ogliastrino che siederà in Consiglio nella prossima legislatura (lui è alla terza), per via della non prevista ridistribuzione dei seggi provinciali scaturita dalla nuova legge elettorale.

GLI ALTRI ELETTI – E se Silvio Lai si prepara a lasciare la segretaria del Pd sardo, il leader dei democratici non lo farà da sconfitto: un suo fedelissimo, Valter Piscedda, primo cittadino a Elmas, ce l’ha fatta e dovrebbe essere il più votato nella lista di Cagliari. A Nuoro ha superato la prova delle urne anche Roberto Deriu, il renziano che nell’Isola ha fondato un proprio movimento (Sardegna più. Meglio). Ma renziano lo è pure il sassarese Gavino Manca, pronto per la terza legislatura. Dalla stessa città arriva un altro uscente, Luigi Lotto che faceva parte dell’area Diana, quella di Giampaolo, l’ex capogruppo Pd che ha mancato la rielezione.

VERSO IL CONGRESSO – Con questi equilibri il Pd si prepara a scegliere il nuovo segretario sardo. E si tratta di nuovi assetti che hanno cominciato a delinearsi nelle settimane del drammatico passo indietro di Francesca Barracciu, tra Natale e l’Epifania. Fu proprio durante quelle Direzioni regionali convocate a raffica che riprese il dialogo tra Soru e Fadda, dopo anni di gelo. I contatti, invece, non sono mai finiti tra Cabras e Fadda. Adesso, però, spunta la possibilità di una saldatura a tre che romperebbe le righe rispetto al trend nazionale, visto che Fadda, a livello nazionale, prima appoggiava Bersani e poi si è spostato con Cuperlo. Cabras e Soru, anche loro ex bersaniani, si sono invece schierati con Renzi, di cui però, Fadda, dovrebbe continuare a essere un sottosegretario. Di certo, una soluzione di questo tipo non scontenterebbe nemmeno Lai, da sempre molto vicino a Cabras.

GLI EFFETTI – Se così andrà, rischieranno di restare tagliati fuori dai giochi della prossima segreteria i renziani più vicini alla Barracciu, cioè Manca e l’ormai ex consigliere regionale Chicco Porcu, attivissimi nel difendere la candidatura dell’europarlamentare fino al 5 gennaio. Con loro anche il deputato gallurese Gian Piero Scanu che, a livello nazionale, fa parte della corrente Soro-Franceschini, ugualmente organica al neopremier. Ma in Sardegna il quadro delle alleanze appare decisamente meno omogeneo rispetto a Roma, con inevitabili riflessi sul congresso regionale alle porte.

Alessandra Carta

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