Pd, colpo di scena: ‘balla’ un delegato, su Comandini leader l’ufficialità è rinviata

Alessandra Carta

Piero Comandini non è un segretario con pieni poteri. Appena mezz’ora dopo la notizia della sua elezione, giunta da via Emilia a Cagliari, sede regionale del Pd isolano, prende quota la possibilità che il leader designato perda un delegato, ciò che da 66 lo farebbe scendere a 65. Per contro Giuseppe Meloni passerebbe da 64 a 65. Sarebbe patta. A quel punto conterebbero i voti totali che consegnerebbero la vittoria a Meloni, avanti di 3.053 preferenze (18.576 contro i 15.523 dell’avversario).

Dunque non c’è ufficialità sulla vittoria di Comandini alle Primarie sarde. Il cagliaritano 1961 va a dormire con mezza corona. Per averla tutta, o addirittura per perderla, bisognerà aspettare sino a giovedì, quando la Commissione elettorale avrà acquisito il parere sul delegato ‘ballerino’ in Gallura. Come noto, per via del sistema all’americana diventa leader del partito non il candidato che prende più voti ma quello che piazza più rappresentanti nell’Assemblea. Comandini, al momento, ne ha 66. Ma potrebbe perderne uno, scendendo a 65, perché in Gallura non ha preso il quoziente pieno. Ovvero un numero prestabilito di voti che dà diritto al piazzamento di un delegato.

A quel punto i giochi si riaprirebbero a favore di Meloni, facendo ribaltare nel giro di altre 48 ore la sfida tutta sarda e infinita per l’assegnazione della leadership. In via Emilia questa opzione del 66° delegato ‘ballerino’ è stata presa in considerazione, tanto che sulla proclamazione di Comandini bisogna aspettare. Ma i pareri, nell’uno e nell’altro senso, non sono stati univoci.

Qualunque cosa accada, il dato politico non cambia: il Pd sardo è un partito spaccato come una mela. I due schieramenti si equivalgono, sebbene Comandini sommi più correnti visto che è stato sostenuto dai renziani, dagli ex Ds e dai soriani. I capi corrente sono Gavino Manca, Siro Marrocu, Giulio Calvisi, Tore Cherchi ed Eliseo Secci per la componente di Renato Soru. Meloni, invece, è espresso della sola area riformista di Antonello Cabras che nel partito ha come punti di riferimento Silvio Lai e Gianfranco Ganau. Fuori dai giochi i popolari di Paolo Fadda che per protesta hanno deciso di non correre a queste Primarie, dopo la bocciatura del candidato di riferimento, Federico Porcu.

Tutto questo significa che in caso di conferma di Comandini, o di eventuale ribaltamento del risultato con assegnazione della leadership a Meloni, il primo compito del segretario sarà quello di puntare su una gestione condivisa del partito. Una parte non potrà non tener conto dell’altra, sebbene anche in questi giorni siano stati fuoco e fiamme, uno scontro culminato con lo spoglio bloccato per due giorni a Quartu.

Alessandra Carta

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