Caos Primarie sarde, elettori cacciati dai seggi a Quartu e il senatore che blocca tutto

Alessandra Carta

Alle 15.30 la commissione di garanzia del Pd sardo si riunisce: l’Isola è l’unica regione italiana che non ha ancora il segretario. Perché a Quartu, roccaforte elettorale del senatore Marco Meloni, amico personale del leader nazionale uscente Enrico Letta e come tale dirigente nazionale, ha deciso di bloccare lo spoglio. La guida del Partito democratico se la contendono Giuseppe Meloni e Piero Comandini. Gallurese del 1979 l’uno; cagliaritano del 1961 il secondo. I due, in numeri assoluti, hanno preso rispettivamente 17.751 voti e 14.981.

Per statuto, il segretario del Pd lo elegge l’assemblea che si compone dei delegati scelti secondo un sistema all’americana: la vittoria in ogni provincia dà diritto a piazzare un numero determinato di rappresentanti. Nel caso specifico, è successo che Giuseppe Meloni ha stravinto nel Nord Sardegna, mentre Comandini ha prevalso nel Sud dell’Isola. Ma a Quartu il gallurese potrebbe essere andato meglio di quanto gli avversari pensassero, quindi ecco la mossa del senatore che ha deciso di bloccare tutto.

Marco Meloni ha fatto il suo colpo di teatro sostenendo che a Quartu – governata dal sindaco Graziano Milia – siano andati a votare anche non simpatizzanti del Pd. E questa teoria, da sola, fa ridere, perché nel momento in cui un partito decide di fare Primarie aperte, ha proprio l’obiettivo di allargare al massimo la partecipazione. Diversamente, se questa modalità non piace più, bisogna cambiare le regole del gioco. Ma va fatto prima, non dopo. Marco Meloni, in queste ore, ha deciso di entrare in campo e portare via la palla, come in certe scene di quartiere.

Il Pd, per esempio, deve ringraziare da domenica i tanti grillini, magari ex elettori del partito, che hanno trovato in Elly Schlein trovandola una candidata apprezzabile. Alle urne delle Primarie si è presentato pure Ignazio Tolu, dirigente dei Progressisti, che sentito da Sardinia Post dice: “Io non avevo intenzione di votare, stavo solo accompagnando mia nipote”. Ma nel dubbio Tolu, una volta riconosciuto, è stato invitato a guadagnare l’uscita. Viva la democrazia del Pd.

Il problema del duello è solo uno: se a Quartu Giuseppe Meloni dovesse vincere, conquisterebbe i seggi decisivi per essere eletto segretario del Pd sardo, espressione della corrente riformista di Antonello Cabras, Silvio Lai e Gianfranco Ganau, un gruppo che a queste Primarie ha corso da solo, dopo che hanno deciso di rinunciare i popolari di Paolo Fadda. Comandini, invece, è stato sostenuto intanto dalla componente ex renziana come lui, guidata nell’Isola dall’ex deputato sassarese Gavino Manca. Ad appoggiarlo anche le aree dell’ex deputato Siro Marrocu, dell’ex sottosegretario Giulio Calvisi e dell’ex parlamentare Tore Cherchi. Su Comandini c’è stata anche la convergenza del gruppo di Renato Soru con l’ex assessore Eliseo Secci che ha fatto da rappresentante.

In serata si capirà cosa succede nel Pd, sperando che quello di oggi sia il pomeriggio giusto perché il senatore Meloni riporta la palla nel partito. Intanto arriva la nota di Cesare Moriconi, il consigliere regionale che fa parte dell’area Fadda. “Siamo convinti – dice in merito alla paralisi dello spoglio – che i nostri elettori e i simpatizzanti non meritavano questo spettacolo. Il risultato, a prescindere da chi vincerà, rischia di rallentare o non agevolare l’azione di rilancio del partito, nel momento più delicato e a pochi mesi dalle elezioni regionali”.

Alessandra Carta

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