Il Partito dei Sardi incontra Pigliaru: nessuna decisione presa. Rinvio a luglio

Si sono dati appuntamento dopo il 24 giugno il presidente Francesco Pigliaru e il Partito dei Sardi (PdS), prima interlocuzione dopo le dimissioni dell’assessore di riferimento, Paolo Maninchedda, titolare dei Lavori pubblici. A guidare la delegazione del PdS, il segretario nazionale Franciscu Sedda che ha consegnato a Pigliaru un documento in quattro punti su altrettante azioni di governo sollecitate dal partito al capo della Giunta. All’incontro ha partecipato anche il capogruppo Gianfranco Congiu. Il PdS chiede il pressing sull’Esecutivo nazionale perché “venga ritirato il ricorso dello Stato contro l’Agenzia sarda delle entrate; sia modificata, nel passaggio dalla Camera al Senato, la legge elettorale italiana; si riconoscano alla Sardegna le somme indebitamente accantonate; venga notificata alle istituzioni europee la nostra condizione giuridica di insularità“.

Il rinvio a dopo il 24 giugno è legato a ragioni politiche. “Per quella data – spiega Sedda – è convocata l’assemblea del Pds. Dobbiamo aggiornare gli iscritti su quanto sta succedendo nella trattativa col presidente della Regione e anche decidere una linea comune”.

I quattro punti messi nero su bianco dal partito non sono di per sé una condizione di rottura. Anzi. In una recente intervista a Sardinia Post, lo stesso assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, interpretando la posizione dell’intera Giunta, di cui è vicepresidente, ha contestato il ricorso contro l’Agenzia sarda delle entrate. Non solo: è stato lo stesso Paci ad aprire a Roma la vertenza sugli accantonamenti (leggi qui). Quanto alla legge elettorale, l’accordo tra Pd, Forza Italia e Cinque Stelle è successivo alle dimissioni di Maninchedda, tanto che lo stesso Pigliaru ha spiegato nel vertice odierno di aver bisogno di un supplemento di analisi. L’insularità, invece, è una battaglia del governatore che ha riposto il Dossier Sardegna anche al governo Gentiloni (leggi qui).

Quello che sembra dividere Pigliaru e il Partito dei Sardi è il metodo: il capo della Giunta ha chiarito che su tutti i quattro punti ci sono tavoli aperti a Roma. Il PdS, invece, vorrebbe accorparli in un’univa vertenza. E questo sarà il tema del prossimo incontro, a fine giugno o ai primi di luglio.

“Solo alzando il livello di scontro con lo Stato – dice Sedda – si può dare più forza alle ragioni della Sardegna. DI questo ne siamo convinti e stiamo provando a capire, in un clima di massima serenità, i margini di manovra perché questa battaglia sia condivisa dall’intera maggioranza”. Il PdS, infatti, sta partecipando alla riunione di coalizione insieme a tutte le altre forze del centrosinistra, in corso dalle 11 di oggi, in Consiglio regionale.

Oltre alle questioni di metodo, resta il problema del posto in Giunta lasciato libero da Maninchedda. Pigliaru ha assegnato l’interim a Paci che, tuttavia, non vorrebbe tenere a lungo la delega visti gli impegni che ha già da assessore alla Programmazione e da vicepresidente. Il Partito dei Sardi ha proposto una soluzione tecnica a tempo. L’ipotesi in campo è la nomina del direttore generale dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, che potrebbe entrare in Giunta giusto il tempo necessario per chiudere la trattativa politica tra il PdS e Pigliaru. Questo, almeno, nella proposta del Partito dei Sardi.

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