Omnibus, Consulta boccia i ‘regalini’ ai regionali: annullati aumenti di stipendio e incarichi

I ‘regalini’ previsti nella legge Omnibus del 2021 in materia di personale non sono legittimi. Ieri li ha ufficialmente cassati la Corte Costituzionale che si è espressa sul ricorso presentato dal Governo contro l’articolo 5, dove erano stati introdotti gli ‘omaggi’ su promozioni e mobilità.

La ciccia più grossa della partita riguarda i dodici dirigenti di cui Sardinia Post aveva raccontato agli inizi di novembre 2021, quando la Omnibus era in discussione e la maggioranza presentava gli emendamenti a raffica. Tra questi la proroga di due anni per i cinque quadri ancora in carica nominati al tempo di Francesco Pigliaru e i sette scelti in questa legislatura con Christian Solinas governatore. Così ha previsto il comma 26.

La Consulta, sul punto, ha stabilito che quei ventiquattro mesi aggiuntivi violano l’articolo 97 della Costituzione perché “la proroga” è arrivata “sulla base di direttive impartite dall’assessore competente”, quando invece il Sistema pubblico si fonda sulla netta separazione tra funzioni politiche e quelle amministrative.

L’incostituzionalità del comma 26 apre anche un altro scenario, perché rischia di configurare il danno erariale. I dodici quadri rientrati nelle disposizione della Omnibus 2 erano: Donatella Garau, assessorato alla Sanità; Mario Lodi e Sara Marras del Personale; Alessandro Usai e Maria Stefania Podda, in servizio in Presidenza; Stefano Ferri e Massimiliano Ponti, entrambi ai Lavori pubblici; Stefano Campesi (Protezione civile); Nicoletta Sannio e Simone Cugia, in servizio agli Affari generali; Daniele Siuni (Ambiente); Giuseppe Furcas (Urbanistica); Sandro Ortu (Lavoro); Laura Tascedda (Beni culturali); Emanuela Cecere (Trasporti); Riccardo Maria Masiello (Turismo); Alberta Muscas di Laore (precisiamo che i 17 dirigenti sono quelli che a novembre 2021 rientravano nell’articolo 5 della Omnibus, ma nel frattempo ci potrebbero essere state variazione di ufficio e di incarico).

Bocciato dalla Corte Costituzionale anche il comma sulla mobilità del personale da un ente all’altro per esigenze legate alla gestione del Covid. Pure su questo punto i giudici hanno stabilito l’illegittimità della norma in quanto “il rilascio del nullaosta” da parte dell’Amministrazione di appartenenza”, imposto come vincolo, non è più previsto “in via generalizzata dalla disciplina statale”. Quindi è illegittimo che il paletto fosse stato inserito nella Omnibus dello scorso anno, al comma 25. Di fatto quello stratagemma era un modo per concordare nuove ingressi nel Sistema della Regione per farli poi durare per sempre.

Ancora: i giudici costituzionali hanno ribadito che per fare il dirigente nella Pubblica amministrazione bisogna essere laureati e “aver maturato almeno cinque anni di servizio nell’area o nella categoria apicale“, a differenza di quando previsto dalla Omnibus del 2021 che al comma 3 allargava la possibilità di diventare un quadro in base all’anzianità di servizio. Questa revisione dei criteri era già stata applicata una prima volta con la leggina Salva Dg, quella che a dicembre 2019 il Consiglio regionale aveva approvato a maggioranza. Il provvedimento venne pensato per mettere in regola le nomine di Silvia Curto e Pasquale Antonio Belloi, l’una alla Presidenza, l’altro alla Protezione civile. Ma a distanza di anni la norma è costata a Solinas il processo per abuso d’ufficio, accusa di cui deve rispondere anche l’ex assessora al Personale, Valeria Satta, oggi all’Agricoltura, indagata pure per tentata concussione. L’ex capo di gabinetto Maria Grazia Vivarelli ha invece scelto il rito abbreviato ed è stata condannata a due anni e otto mesi per induzione indebita.

Ci sono poi i commi 19 e 29 dell’articolo 5: il primo prevedeva la possibilità di “superare i limiti di spesa relativi nel trattamento economico accessorio del personale regionale”, ma per la Consula la disposizione “non risulta compatibile con il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale”; l’altro comma bocciato è relativo alla competenza su questa materia: la Regione se l’è auto-attribuita, mentre la Consulta che ribadito che i margini di azione sono fissati dai contratti collettivi.

Fuori dalla gestione del personale c’è l’ultimo comma che i giudici hanno cancellato dalla Omnibus del 2021: è il numero 1 dell’articolo 20 che concedeva anticipi di fondi ai Comuni impegnati in opere di demolizione. I giudici hanno stabilito che è illegittima l’erogazione di somme da parte della Regione. (al. car.)

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