Migaleddu (Isde) su Tossilo: “I dati sui rischi per la salute sono incompleti”

Già congelata in due occasioni, ad oggi la delibera sul finanziamento da 34,5 milioni di euro per la realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo è stata condivisa dagli assessori solo su un punto: la necessità di proseguire la riflessione, che infatti va avanti da almeno due settimane. Così, fino a quando non verrà presa una decisione definitiva, rimangono come elemento di discussione le indiscrezioni molto attendibili sui contenuti del documento proposto all’esecutivo dall’assessore all’Ambiente Donatella Spano. A suscitare perplessità, in primis quella del presidente dell‘Isde-Medici per l’ambiente Vincenzo Migaleddu, sono soprattutto le valutazioni di carattere sanitario sullo stato di salute della popolazione residente nell’area in cui dovrebbe sorgere il nuovo inceneritore.

migaleddu-2“Il parere del Centro epidemiologico dell’Asl di Nuoro su cui s’impernia il via libera del Savi riportato in giunta dall’Assessore Spano manca del rigore metodologico necessario e appare corredato di dati parziali utilizzati in maniera altrettanto parziale. Ben altri pareri dovevano essere presi in considerazione dal Savi, ad esempio quello del Registro tumori di Nuoro, il dubbio è che il Centro epidemiologico sia stato scelta dai funzionari dell’Assessorato non tanto per competenza quanto per compiacenza”, attacca il medico radiologo.

Il punto è che “i dati presentati dal centro sono incompleti – spiega Migaleddu – visto che le più recenti rilevazioni (relative al triennio 2011-2013) fanno registrare un aumento della mortalità per tumore nell’area del 2,9 rispetto al 2000-2003 e del 5,39 se si confronta l’ultimo triennio considerato ai tre anni che vanno dal 2006-2009. Occorre anche aggiungere che aumento di tale entità non è stato registrato in nessun distretto della provincia di Nuoro”. “Al contrario, il centro si limita a comparare i dati relativi al periodo 2000-2003 con quelli del 2006-2009, registrando una diminuzione della mortalità per tumore del 2,7. Ma il vero problema è che il Centro epidemiologico non ha utilizzato quei dati pur essendone in possesso”, sottolinea ancora Migaleddu. E precisa:“In ogni caso, una valutazione epidemiologica fondata deve avvalersi di un indice di deprivazione e fare ricorso alla schede di dimissioni ospedaliere e ai referti istologici, procedure queste che non sono stati seguite dal Centro di Nuoro”.

La nota del Centro epidemiologico dell’Asl di Nuoro riportata nella delibera del 6 marzo sostiene invece che, “per i tumori, la zona di Macomer certamente non è la più colpita (tra i distretti monitorati dall’Asl 3 di Nuoro ovvero Nuoro, Ottana, Siniscola e Sorgono, ndr)”. E pur riconoscendo che è sospetta una relazione causale delle emissioni inquinanti con effetti patologici di varia natura (tumori compresi), rimane in discussione se i supposti eventi sanitari possano essere associati alle emissioni degli inceneritori, il cui impatto ambientale si è progressivamente ridotto nel corso degli anni… Se condotta con tecniche e professionalità adatte, la combustione dei rifiuti è certamente in grado di garantire la salute pubblica”. Questa la posizione del centro diretto da Maria Antonietta Atzori.

In ogni caso, per Isde e Ordine dei Medici i problemi relativi alla salute non finiscono qui visto che “con il nuovo inceneritore il carico di diossine e furani sul territorio aumenterà del 13%”. Il rischio è che gli inquinanti contaminino la catena alimentare e dunque gli abitanti della zona dopo aver colpito i pascoli e gli allevamenti dell’area, in cui sono presenti ben 1370 aziende di allevamenti bovini e ovi-caprini che vantano un patrimonio di oltre 350.000 capi e 1.974 addetti. L’ASL, da parte sua, aveva già accertato la presenza di diossine nel distretto di Macomer, come dichiarato nel 2010, imputandola all’attività dell’inceneritore. Discorso analogo per gli ossidi di azoto e zolfo e per le polveri sottili del tipo PM10, la cui presenza in eccesso è già stata rilevata dalla centralina CEMNA 1 di Macomer. E si tratta di dati tali da inscrivere quell’area nella categoria “zona industriale da bonificare”, precisa Isde.

Ritornando alla delibera, “la documentazione depositata dal Consorzio è stata valutata adeguata dal Savi per consentire la comprensione delle caratteristiche e dimensioni del progetto”.“Ma – ammonisce Isde – il progetto fa esplicito riferimento alla combustione del cosiddetto combustibile solido secondario (CSS), che non viene catalogato come rifiuto dalle nuove norme in materia e pertanto non può essere bruciato dagli inceneritori”. C’è anche dell’altro: il nuovo inceneritore raddoppia infatti la sua capacità di smaltimento rispetto alle due linee di termovalorizzazione esistenti, nonostante il netto calo della produzione di rifiuti registrata negli ultimi anni in Sardegna. “Oggi il bacino di conferimento di Tossilo (Nuoro, Ogliastra e Oristano) fa registrare una raccolta differenziata di circa il 60%. Ne consegue che il secco indifferenziato disponibile sarà inferiore ai 48.000 tonn/anno, quantitativi che non giustificano un nuovo inceneritore in grado di trattare quasi 60.000 tonn/anno”, sostiene Isde.

Altri dubbi sulla correttezza dell’iter autorizzativo conclusosi con il sì del Savi li avanzano la presidente dell’Associazione Zero Waste Sardegna, Franca Battelli, e il comitato “Non Bruciamoci il futuro di Macomer,“nel mese di gennaio il presidente della Provincia ha ritenuto opportuno sostituire la responsabile dell’ufficio Aia che aveva seguito sin dall’inizio l’iter della procedura, rilevando anche numerose criticità nell’impianto dello Studio d’impatto ambientale presentato dal Consorzio di Tossilo”. “Riteniamo questo episodio quantomeno sospetto di una intromissione della funzione politica nelle prerogative amministrative, che rischia di tradursi in un pesante condizionamento della procedura autorizzativa”, precisano i comitati nella lettera inviata oggi al presidente della Regione Francesco Pigliaru.

Di certo il nuovo inceneritore sta creando tensioni all’interno della maggioranza. Dopo l’interrogazione indirizzata all’assessore all’Ambiente Spano, con cui si chiede di “allargare il dibattito sul nuovo inceneritore di Macomer al Consiglio regionale”, la consigliera Pd Daniela Forma chiede maggiore riflessione sull’intervento, anche in virtù del fatto che “i comuni di Birori, Bortigali e Sindia, insieme al Consiglio provinciale di Nuoro hanno già espresso la loro contrarietà”.

In parallelo, si registra l’azione dei consiglieri Gavino Sale (IRS), Emilio Usula (Rossomori) e Daniele Cocco (SEL), già firmatari insieme ad Efisio Arbau (La Base), Pier Mario Manca (Partito dei sardi) e altri della legge di moratoria sugli inceneritori per i prossimi cinque anni. I consiglieri  chiedono un incontro urgente di maggioranza sul tema dell’inceneritore.“Non dobbiamo muoverci in antitesi alle indicazioni provenienti dall’Unione Europea – affermaa Gavino Sale – e non vorrei che con un’eventuale approvazione della delibera dell’assessore Spano presidente e giunta finissero per creare un problema politico, non si sa in nome di chi o di cosa. Tanto più che il Consorzio di Tossilo è commissariato da sette anni”.

Piero Loi

 

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