Lirico Cagliari, Meli verso la riconferma. Dopo il centrodestra ora lo sostiene il Pd

All’Ente lirico di Cagliari il sovrintendente Maurizio Meli è in scadenza. Il Pd dovrebbe riconfermarlo. Ecco la mappa degli endorsement.

Dal sostegno del centrodestra a quello del Pd. Per questa ragione, secondo indiscrezioni insistenti che circolano negli ambienti politici isolani, Mauro Meli, 59 anni, il sovrintendente dell’Ente lirico di Cagliari nominato lo scorso 27 gennaio, viaggia verso la riconferma. Meli, che aveva già guidato il polo teatrale e musicale di via Sant’Alenixedda dal ’96 al 2003, undici mesi fa è stato richiamato in città per prendere il posto di Marcella Crivellenti, designata il 1° ottobre 2013 dal sindaco Massimo Zedda e poi rimossa da una decisione del Tar relativa alle procedure di nomina. Il mandato dell’attuale sovrintendente scade il 31 dicembre.

Rispetto a gennaio, è cambiata la normativa che detta le regole nelle Fondazioni degli enti lirici. La 367, del ’96, è stata sostituita è ribattezzata legge Bray, la numero 112 del 2013. Significa prima di tutto che nella Cda i posti non sono più 7, ma 5. Compreso il primo cittadino che presiede il Consiglio di amministrazione. C’è poi la novità isolana della quota privata, ovvero il partner non pubblico che può mettere i soldi. All’Ente lirico porta denari la Fondazione Banco di Sardegna che copre oltre il 5 per cento del Fus (Fondo unico dello spettacolo) e ha così acquisito il diritto a entrare nel Cda. Direttamente col presidente Antonello Cabras.

Nel Consiglio di via Sant’Alenixedda vanno ancora indicati due nomi su cinque, visto che Regione e ministero dei Beni culturali (Mibact) non hanno scelto il proprio rappresentante. Tra le caselle già occupate, oltre a Zedda e Cabras c’è Mario Marchetti, il magistrato appena riconfermato dall’amministrazione comunale.

Lo scorso novembre, Meli era stato scelto dal centrodestra di Ugo Cappellacci con i voti di Gualtiero Cualbu, Giovanni Follesa, Giorgio Baggiani e Mauro Porcelli. Di cui i primi due erano stati nominati dalla Regione, mentre il terzo dall’ex sindaco di Cagliari Emilio Floris e il quarto dal Mibact. Contrari, invece, Zedda e Marchetti che allora entrò nel Cda sempre in quota Municipio dopo le dimissioni di Cristiano Cincotti. A conti fatti, i voti furono sei e non sette, perché il Ministero non aveva ancora indicato il proprio consigliere (Bray, poi, scelse Susanna Pasticci). Zedda e Marchetti spinsero sino all’ultimo per Paolo Miccichè.

Stavolta la maggioranza nel Cda ce l’ha il centrosinistra. Anzi: ce l’ha solo il Pd e non il sindaco di Cagliari che è un vendoliano. Stando ai rumors dai Palazzi, Meli dovrebbe incassare intanto il via libera di Cabras, plenipotenziario democratico, e quello della Regione. Di certo, sottolineano le  indiscrezioni, il sovrintendente ha uno strettissimo legame di amicizia con l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. E pare difficile pensare che il governatore Francesco Pigliaru rompa col suo braccio destro sull’Ente lirico scegliendo un consigliere contrario alla riconferma di Meli. Non solo: il sovrintendente è gradito pure al neosegretario del Pd sardo, l’eurodeputato Renato Soru.

Ovviamente, così è patta, dal momento che Zedda si porterebbe dietro Marchetti su un nome diverso da Meli. Manca infatti il quinto componente in quota Mibact. Il ministero lo regge ancora il Pd, con Dario Franceschini e Francesca Barracciu sottosegretaria. Ma pure considerando la guerra sarda nel partito, i democratici si guarderanno bene dal consegnare a Zedda e a Sel il controllo del Cda. Anche perché nella minoranza sarda del Pd c’è Giampaolo Diana, da sempre sostenitore di Meli.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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