Lirico, aperto il processo a Massimo Zedda per abuso d’ufficio

Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, è comparso questa mattina in aula, assieme ai difensori Giuseppe Macciotta e Fabio Pili, davanti al collegio della prima sezione penale del Tribunale, nella prima udienza del procedimento che lo vede accusato di abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina dell’ex sovrintendente del Teatro lirico Marcella Crivellenti, poi annullata dal Tar Sardegna perché considerata illegittima.

Avevano chiesto di costituirsi parte civile, ma 35 lavoratori del Teatro lirico non sono stati ammessi al processo. Mentre si erano già costituiti parte civile, in sede di udienza preliminare, la Fondazione Teatro Lirico e l’ex componente del Cda Giorgio Baggiani, mentre oggi non ha ottenuto di partecipare al processo, anch’egli in qualità di parte civile, il sovrintendente nominato dopo la Crivellenti, il maestro Mauro Meli.

Il dibattimento è iniziato con i testimoni dell’accusa. Il primo è stato l’ex componente del Cda Antonello Aru, poi dimessosi nel novembre 2010: “Il presidente della Fondazione, Massimo Zedda – ha spiegato il teste – aveva deciso di usare la manifestazione di interesse per la scelta del sovrintendente, anche se non era previsto dalla norma. Arrivarono quindi le varie candidature”. Sulla riunione per la scelta del massimo dirigente del teatro, poi, l’avvocato Antonello Aru ha precisato che “il presidente disse che nessuno dei curriculum andava bene e propose quello della Crivellenti. Espressi il voto favorevole assieme ad altri consiglieri, mentre i consiglieri Felicetto Contu e Gualtiero Cualbu espressero contrarietà per capacità e perché il nome non faceva parte della lista”.

“La procedura scelta dal presidente e poi condivisa dal Consiglio fu quello della manifestazione d’interesse. I partecipanti dovevano già aver guidato o avere avuto posizioni rilevanti nei teatri”, così l’ex consigliere d’amministrazione Cualbu, testimone dell’accusa al processo. “Fu una cosa un po’ imbarazzante – ha proseguito Cualbu, rispondendo alle domande del pm Giangiacomo Pilia – il presidente Zedda propose immediatamente, estraendolo dalla tasca sinistra della giacca, un curriculum che non era stato presentato. Gli altri curriculum non erano nemmeno stati visionati. Era un curriculum non firmato, non protocollato e non conteneva una manifestazione d’interesse”. E sull’ex sovrintendente Marcella Crivellenti il testimone Cualbu ha chiarito: “Era a teatro con un contratto da precaria, era in seconda linea nella segreteria e poi per un periodo ha diretto la biglietteria, ma non sapevamo chi fosse. A quel punto la reazione fu quella di alzarmi e andare via. Protocollai la mia dichiarazione di dissenso”. Il testimone ha poi detto ai giudici che Zedda “senza dire nulla al Consiglio ha inviato una lettera al Ministero cercando di far commissariare la Fondazione. Poi il Ministero rispose che non c’erano i requisiti”. Cualbu ha quindi accusato Zedda di non aver sottoposto al Consiglio dell’ente la nomina di due avvocati per presentare il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Sardegna che dichiarava illegittima la nomina del sovrintendente Crivellenti. I due legali poi presentarono la parcella al Teatro lirico. Il processo è stato aggiornato al 15 settembre.

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