Lingua sarda: coordinamento denuncia nuovi tagli da governo

Ancora tagli per la lingua sarda. Lo denuncia il Coordinamentu pro su sardu ufitziale (Csu): questa volta nel mirino degli esperti e cultori della limba c’è il governo Renzi. Nell’ultima circolare di finanziamento delle attività politiche regionali pubblicata sul sito del Dipartimento degli Affari Regionali, si legge infatti che dei risicati 2.000.000 di euro previsti lo scorso anno per dare gambe in tutta Italia alla legge 482 del 1999, si è scesi a circa 1.600.000, con pericolo di ulteriori tagli in sede di accertamento di bilancio.

“Questo significa per la Sardegna – attacca l’associazione – un ulteriore taglio di circa 70 mila euro che porta la cifra a disposizione per il presente anno a circa 400.000 euro. Può sembrare un taglio tutto sommato esiguo, ma di fatto è una cosa gravissima”. La rilevanza dei tagli, sottolinea il Csu, sarà acuita dal fatto che le tanto pubblicizzate norme di attuazione dello statuto in materia linguistica, che secondo alcuni sarebbero il raggiungimento di un risultato storico, non verranno per il momento ancora applicate. Per lo meno per il 2016. “In realtà lo Stato – precisa l’associazione – sulla materia delle minoranze linguistiche, concede alla Regione solo la sovranità sulla misera somma che mette a disposizione della lingua sarda. Più o meno 400 mila euro al netto dei tagli”. Bordate anche all’amministrazione Pigliaru. “Non è riuscita a portare a casa nessun risultato su tutte le partite aperte a Roma – denuncia il coordinamento – Sul sardo in Rai è sceso il silenzio, la Carta europea delle Lingue non è stata ratificata e la recente legge sull’editoria ha messo all’angolo il sardo a favore di tedesco, sloveno francese e ladino. A due anni dalle elezioni, manca una visione generale del problema, un’idea di politica linguistica e di conseguenza una strategia vincente di pressione su esecutivo e parlamento”.

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