La spesa farmaceutica della Sardegna è la più alta d’Italia. Il dato rientra ancora in quella torta da oltre 3 miliardi che è il costo stellare della sanità, la voragine nella quale finisce il 50 per cento del bilancio regionale.
Il calcolo della spesa farmaceutica è pro-capite, come riportato nel sito dell’Osservatorio nazionale della Salute: nell’Isola il costo è di 134,3 euro contro una media nazionale di 108,8. Sotto soglia, la Lombardia, regione di eccellenza in materia di assistenza medica e ospedaliera, con appena 90,4 euro.
Roberto Deriu, l’onorevole Dem che ha proposto l’istituzione della commissione d’inchiesta sulla Sanità di cui è componente, non ha dubbi: “Il Consiglio regionale ha il dovere istituzionale di accertare le ragioni di quei tre miliardi di costo totale”. E proprio dalla ricognizione della spesa farmaceutica partirà l’analisi che si estenderà subito dopo ai bilanci delle Asl, come hanno concordato i commissari nella prima riunione, convocata due giorni fa.
Sarà dunque un percorso a tappe quello che porterà avanti l’organismo consiliare, di cui, oltre a Deriu, fanno parte sei capigruppo di maggioranza e cinque di opposizione. Ovvero: Fabrizio Anedda (Misto), Efisio Arbau (Sardegna Vera), Daniele Cocco (Sel), Pietro Cocco (Pd), Roberto Desini (Cd) ed Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia). Per la minoranza ecco Pietro Pittalis (Forza Italia), Attilio Dedoni (Riformatori), Angelo Carta (Psd’Az), Modesto Fenu (Sardegna) e Gian Luigi Rubiu. La presidenza potrebbe andare a Dedoni, indagato per peculato nell’inchiesta sui fondi ai gruppi, ma in chiave garantista i liberal democratici stanno rivendicando la guida della commissione.
Deriu spiega la road map che si è data l’organismo consiliare. “Nella seduta di insediamento – continua l’esponente del Pd – abbiamo sottoscritto la richiesta alle Asl di tutti i dati finanziari, mettendo come limite della consegna 15 giorni. Quei report ci serviranno per calcolare le differenze di costo tra aziende sanitarie, ovviamente rapportandole alla popolazione. Ma sempre su ogni singola Asl valuteremo la rispondenza tra obiettivi aziendali e risultati effettivamente raggiunti“. Ancora: “Il contenimento della spesa non potrà che passare dalla verifica sulla distribuzione del personale, dai medici agli operatorio socio-sanitari, includendo quindi infermieri, struttura amministrativa e quella tecnica”.
Sotto la lente finiranno pure gli appalti, “sui quali la commissione analizzerà l’intero iter“, visto che in Sardegna non esiste una centrale unica di acquisto e le Asl procedono in autonomia pure sull’acquisto delle forniture. Ecco infine “i margini operativi entro i quali la spesa sanitaria della Sardegna potrà esser ridotta”, spiega Deriu che arriva così all’ultimo punto dell’agenda interna alla commissione. “Al termine delle verifiche dobbiamo sapere quali gli eventuali sprechi e storture del sistema assistenziale sardo, in modo da mettere in atto tutte le contromisure volte alla riduzione dei costi”
L’esponente Dem parla di “approccio quantitativo e qualitativo: nel primo caso si tratterà di individuare, anche attraverso la comparazione coi parametri nazionali, i settori dove si registra la spesa maggiore; nel secondo caso verrà controllata l’efficienza delle prestazioni”.
Alessandra Carta
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